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Indipendentismo e liberalismo, gli incubi del pensiero debole

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di PAOLO L. BERNARDINI Esiste, indubbiamente, una tradizione liberale a favore delle “piccole patrie”, delle scissioni e secessioni, ed anzi da Mises a oggi, o da Molinari a oggi, a tacere di Montesquieu e del Settecento, tale tradizione è forse egemone, nel pensiero liberale, proprio per la naturalezza con la quale un “piccolo Stato” si presenta come male minore, almeno all’apparenza, rispetto ad un grande Stato, un Leviatano onnivoro e liberticida. Che il processo di indipendenza veneta, lombarda, e parzialmente sarda, veda la nuova generazione di liberali italiani impegnata in trincea, con notevole coraggio – si rischia spesso l’isolamento nel mondo accademico ed intellettuale in generale, che emargina chi non è mainstream vedendolo fino all’ultimo come una minaccia, anche quando il mainstream crolla – è un qualcosa di nuovo, tuttavia, nel panorama italiano, che indica se non altro una cosa: che il liberalismo evolve non tanto nei suoi principi, quanto nella
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