Una requisitoria durissima, come ho già avuto modo di affermare stamane in diretta video (clicca qui), quella del procuratore aggiunto Carlo Nocerino, durante l’udienza preliminare davanti al gup del tribunale di Brescia. E’ stato chiesto il rinvio a giudizio per 34 indipendentisti lombardo-veneti, finiti sotto inchiesta per la costruzione di un tanko per “occupare piazza San Marco a Venezia.
Che il processo sarebbe rimasto a Brescia lo si è capito di prima mattina, allorquando sono state rigettate tutte le eccezioni di incompetenza. Secondo la procura, la riunione costitutiva della cosiddetta “Alleanza” è avvenuta in territorio bresciano, durante una cena in un ristorante a Erbusco. Da subito, inoltre, il Pubblico Ministero ha chiarito che quanto accaduto qualche anno fa (sono 4 le date importanti sottolineate dall’accusa, tra il mese di Maggio 2012 e Giugno 2013 che costituiscono i cardini de Alleanza) non si è trattato di una carnevalata, come ha cercato di derubricare una sentenza del precedente giudice del riesame; anzi per Nocerino siamo di fronte ad una cosa molto seria, soprattutto in un momento storico in cui lo Stato deve anche confrontarsi con fenomeni come il terrorismo islamico. A tal punto seria che ciò che è emerso dalle parole del pm è che l’indipendentismo è a prescindere un reato eversivo se smette di essere un argomento di puro dibattito intellettuale.
“Come hanno confermato alcuni imputati nella scorsa udienza con le loro dichiarazioni – ha spiegato il pm – resta il valore eversivo dell’Alleanza”. Per Nocerino “sono anche condivisibili le analisi di criticità sociale degli imputati, a cominciare dalla pressione fiscale eccessiva, ma solo il regionalismo e il federalismo sono argomenti accettabili della dialettica politica”*. E poi l’affermazione tranchant: “L’indipendenza ha una finalità eversiva. L’indipendenza può essere auspicata solo come idea e come principio. Se si partecipa a qualche riunione dove si discute di indipendenza e basta allora non si passa il confine”. Ecco perchè il pm. per 13 persone, ha avanzato le richieste di assoluzione.
La gravità dei fatti che hanno come protagonista l’Alleanza, per Nocerino (che non è lo stesso pm che ha condotto le indagini e la massiva inchiesta dei Ros) è tale da superare di sicuro il filtro della udienza preliminare. E sul tanko, che ha detto? Per il pm, “il tanko chiaramente non poteva competere contro i mezzi dello Stato. Ma la storia si fa anche con episodi simbolici” e il tanko è certamente un simbolo sin dai tempi dei Serenissimi nel 1997.
Ricapitolando: il Pubblico ministero ha richiesto il rinvio a giudizio di 34 persone e l’assoluzione per 13. Uno degli imputati, invece, ha richiesto il rito abbreviato, si tratta di Michele Cattaneo. In attesa della decisione del Gup (non è escluso che tra i rinviati a giudizio qualcuno potrebbe uscire dall’inchiesta), tra coloro che dovrebbero finire alla sbarra ci sono: Roberto Abeni, Elisabetta Adami, Patrizia Badii (in quanto co-ideatrice dell’insurrezione), Roberto Bernardelli (in qualità di finanziatore dell’Alleanza), Gianluca Marchi (in quanto avrebbe dato disponibilità a raccogliere fondi per finanziare l’Alleanza e anche direttore di un giornale chiamato Indipendenza), Flavio Contin (co-fondatore dell’Alleanza) e Luigi Faccia (ideologo e co-fondatore del progetto), Lucio Chiavegato (la cui posizione va approfondita in dibattimento, come quello di Giorgia Fante, che era dedita alla creazione delle divise militari), Stefano Ferrari, Tiziano Lanza (uno dei leader e finanziatore), Riccardo Lovato (proclamato comandante della milizia di piazza San Marco), Gabriele Perruca, Stefano Ferrari, Franco Rocchetta (per costante collegamento con Faccia e Contin), Maria Marini, Federico Lanzallotta, Valeria Conti (anche se ha avuto ruolo marginale), Federico Lanzallotta, Corrado Manessi, Maria Meneghelli, Morello Stefano (uno dei soggetti che ha provveduto a blindatura tanko), Orini Giancarlo (uno dei cofondatori e presidente dell’Alleanza), Pirotta Andrea, Erica Pizzo, Jonny Puttini, Piergiovanni Santinello, Corrado Turco (in concorso per la costruzione del tanko), Luca Vangelista, Renato Zoppi (in quanto reclutatore), Maria Luisa Violati (in quanto personaggio di rilievo è membro del governo veneto), Pierfranco Zanardo.
Tra coloro per i quali è stato chiesto il proscioglimento ci sono Sergio Bertotto, Rosa Cassata, Antonio Iannacone, Pierfranco Zanardo, Pietro Pastò e Salvatore Meloni. Quest’ultimo – noto indipendentista sardo per l’indipendenza di Malu Entu – che però ha annunciato di voler rinunciare chiedendo di essere processato.
In aula, a difendere gli indipendentisti veneti gli avvocati Luca Azzano Cantarutti (già responsabile di Indipendenza Noi Veneto), Lorenzo Fogliata e Luca Pavanetto. La difesa ha espresso considerazioni politiche, ricordando come non sia reato spendersi e argomentare contro l’unità dello Stato (vedansi i casi di Catalogna e Scozia), a patto che non si arrivi ad atteggiamenti violenti, che nel caso degli indagati non sussisterebbero in alcun modo. Costituiti in aula, come parte civile, il ministero dell’Interno e la Presidenza del Consiglio dei ministri, mentre la Regione Veneto ha scelto di non costituirsi contro gli indagati. Fuori dal Palazzo di Giustizia di Brescia, una sessantina di indipendentisti hanno portato la loro solidarietà agli indagati. La prossima udienza è prevista per il 17 marzo.
*LE PAROLE DEL P.M. CARLO NOCERINO SULL’INDIPENDENZA
“Auspicare l’indipendenza, piuttosto che il federalismo regionale, piuttosto che l’autonomismo è già finalità di eversione dell’ordinamento costituito. Non è certamente dialettica politica. Il federalismo è dialettica politica.
Il regionalismo è dialettica politica. Non è certamente condividere l’indipendenza di un territorio del nostro paese”.
PM Nocerino 03 Marzo A.D. 2017 in Brescia
A dicembre 2016 è stato deliberato dalla regione veneto, con l.r 28 del 13 dicembre 2016, che i cittadini che ritengono di voler entrare a far parte del popolo veneto (minoranza nazionale), devono autodichiararsi.
nocerino è quello che ha lasciato ‘condonare’ i miliardi in tasse eluse ad apple e google ?
a Brescia come al solito tanto rumore per nulla…
Il Veneto ha già fatto un referendum per l’indipendenza nel 2014 sotto osservazione dell’OSCE che ne ha convalidato i risultati alla fine del 2015 ed è stato avviato un percorso per il riconoscimento internazionale…
Brescia, che oggi è Lombardia e perciò non poteva votare, sicuramente un domani che speriamo prossimo potrà fare la battaglia per annettersi alla nuova Repubblica Veneta in fase di costituzione, sulla scia della sua storia e con relativo referendum che al giorno d’oggi sarebbe comunque contestato a livello romano, come qualsiasi variazione di confini regionali che hanno già sperimentato comuni del Veneto limitrofi a regioni a statuto speciale…
Verrà tempo che tutte le comunità potranno decidere per sé stesse senza essere schiacciate dal tallone romano.
Pazientate per ora e… accontentatevi di appoggiare le iniziative di Plebiscito.eu che ha condotto i Veneti alla Dichiarazione di Indipendenza ed ora ci sta portando verso l’attuazione secondo percorsi pacifici ma del tutto legittimi.
Sono convinta che un domani diverso è vicino per tutti…