di REDAZIONE
Si è concluso il processo a 12 dei leader del movimento indipendentista catalano, in merito al referendum del’ottobre 2017 e ai disordini che lo precedettero e accompagnarono.
Gravi le accuse, la peggiore quella di ribellione, rivolta anche al vicepresidente della Generalitat, Oriol Junqueras, che molti giuristi e commentatori ritengono assolutamente sproporzionata; e pesanti le condanne chieste, che arrivano fino a 25 anni.
La tesi della sproporzione giuridica è stata sposata anche dagli imputati e dai loro difensori: secondo il leader indipendentista Jordi Sanchez, “quella del 20 settembre” – quando migliaia di catalani protestarono contro la guardia civile che nella sede del ministero dell’economia cercava di stroncare i preparativi al referendum, – “fu una protesta pacifica non un atto di ribellione”. Lo stesso hanno detto i legali di Junqueras, che parlano al più di disobbedienza civile.