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Indipendenza veneta non trama contro l’indipendenza

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indipendenza venetaRICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Egregio Direttore,
in qualità di rappresentante di Indipendenza Veneta trovo esecrabile quanto scritto nell’articolo a firma di Enzo Trentin “Indipendentisti veneti si riuniscono a San Bonifacio. Sarà la volta buona?” nel quale vengono attribuite al nostro movimento trame manipolatorie a svantaggio dell’indipendentismo.
L’eventualità è surreale prima che inconsistente: Indipendenza Veneta è indiscutibilmente il movimento che in termini di consapevolezza sull’autodeterminazione ha raggiunto i migliori risultati per del nostro popolo veneto.
Si tratta inoltre di una nota discutibile nei modi, poiché occulta la possibile costruttività del confronto politico dietro un banale ping-pong di due ipotetici insiders (alias Toni e Bepi) che attaccano ANONIMAMENTE, CON RIFERIMENTI STRUMENTALIZZATI e SENZA REPLICHE il nostro glorioso movimento.
Ritengo indispensabile una vostra immediata e chiara correzione modale interpellando direttamente il sottoscritto portavoce di Indipendenza Veneta per la parte relativa ad Intergruppi.
Chiedo che, in attesa di ripristinare la correttezza dei fatti e dei modi con una vostra nota adeguata, per ora sia pubblicata nella vostra testata la presente lettera con opportuna visibilità.
Riservata ogni ulteriore valutazione del caso.

Cordialità.
Massimo Vidori 1° Consigliere Nazionale Indipendenza Veneta

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1 COMMENT

  1. Sono stato iscritto per parecchio tempo ad Indipendenza Veneta: ci si trovava settimanalmente al ristorante “Aquila Nera” in Campo S Bortolomio a Venezia.
    Si parlava di svariati argomenti, mai, però, concordati con i partecipanti.
    In più occasioni chiesi che si potesse mettere all’ordine del giorno il problema dell’immigrazione per la seduta successiva: era un argomento che stava a cuore a molti di noi.
    Mai venne fatto!
    Una volta presi l’iniziativa di comunicare a tutti i partecipanti, via “mail”, il disagio che non era soltanto mio, ma di altri partecipanti all’assemblea.
    Allegai degli “articoli” di notizie tratte da giornali, “on line”, nei quali si denunciavano una serie di reati che, già all’epoca, e forse più di adesso, “sorprendevano” per la violenza che certi “ immigrati” compivano.
    Violenze insolite, per noi, gratuite e inconcepibili per il nostro modo di vita, almeno fino a quel momento.
    Definii coloro che si macchiavano di simili colpe: -“i nostri nemici”-.
    Lodovico Pizzati, che “dirigeva le conversazioni”, con il medesimo mezzo, della mail elettronica, mi diede per questo del “razzista”.
    Per questo fatto e per qualche tempo, la posta elettronica fra noi tutti si intensificò: chi tendeva a chiudere la diatriba per il “bene” delle finalità del “Gruppo” e chi supportava il mio punto di vista con altre argomentazioni.
    Veneto Stato non si lacerò per colpa mia o si divise per questo argomento.
    Si divise, invece, poco dopo per un qualche cosa che molti di noi a tutt ‘oggi non hanno ancora capito.
    Lodovico Pizzati è stato l’attore che ha portato alla divisione di Veneto Stato e, nessuno di noi, io meno degli altri, ha mai colto il senso, il perché.
    Da allora ho smesso di votare.
    Vedete: sono arrivato alla conclusione che per “condurre” il Veneto fuori dall’Italia ci sia bisogno di una unica Organizzazione, che sia di riferimento per tutti i veneti, non possono esserci, quanti … cinque, dieci o più Movimenti che proclamano di volere “salvare” i veneti dalle grinfie di “Roma ladrona”.
    Sono convinto che i “partiti” indipendentisti che sono superiori al numero di “uno”, eccettuato quell’uno, se c’è, siano tutti al soldo di Roma: un po’ come quel Renzi che è al soldo delle banche, dopo averne distrutta qualcuna, e ci stia portando tutti alla miseria ed al genocidio.
    Enzo Trentin, da anni, si è posto come “incitatore” per creare una “liason” fra Popolo e i suoi, autonominati, rappresentanti.
    Quello che mi sorprende è la costanza del giornalista ad avere dopo anni ed anni, ancora la costanza di esortare coloro i quali dichiarano di voler affrancare la nostra Terra perché venga proposta, a mo’ di “programma elettorale”, una specie di “Costituzione” che definisca i cambiamenti che si vogliono apportare a garanzia degli elettori.
    Persino i comunisti si presentano all’elettorato con un “Progetto”.
    Poi ci si puliscono, ma intanto …
    In tanti anni non si è provveduto a stendere uno straccio di “disegno, uno schema” che prospettasse un cambiamento tale da indurre i nostri concittadini a partecipare alla “tenzone” a ragion veduta, senza bisogno di “turarsi il naso” per tema di votare l’ennesimo partito romano: non un Codice Civile o Penale, nemmeno un abbozzo; non un programma per la scuola veneta, o uno dei tanti comparti in cui si articolerà il futuro Stato.
    Eppure Massimo Vidori alla fine della sua lettera minaccia oscure ritorsioni:
    “Chiedo che, in attesa di ripristinare la correttezza dei fatti e dei modi con una vostra nota adeguata, per ora sia pubblicata nella vostra testata la presente lettera con opportuna visibilità.
    Riservata ogni ulteriore valutazione del caso.”
    In che sfiderà il Vidori il Trentin: a braccio di ferro per vedere chi è più forte?, oppure al fioretto che è un modo più elegante per dirimere le questioni, ovvero lo sfiderà ad una prova di coraggio: ovvero a lanciarsi con il paracadute da un aereo da 5000 metri d’altezza?
    Se in tanti anni fosse stato stilato un Codice Civile o Penale ora Enzo Trentin, con una minaccia del genere avrebbe motivo di preoccupazione, ma non esiste nulla del genere, almeno con il marchio veneto: non vorrà Massimo Vidori, adire alla magistratura italiana?

    http://www.lindipendenza.com/pizzati-rifiuta-la-pace-veneto-stato-resta-diviso/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=pizzati-rifiuta-la-pace-veneto-stato-resta-diviso

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