Gli indipendentisti veneti appartenenti al gruppo CLNV finiranno alla sbarra perché, secondo l’accusa, hanno organizzato riunioni per convincere i contribuenti a non pagare le tasse all’Italia, Stato che notoriamente non riconoscono. Ma non basta, finiscono imputati anche per le proteste, con tanto di resistenza, alle forze dell’ordine e ai pubblici ufficiali impegnati a eseguire accertamenti, sfratti o pignoramenti, ed infine per la diffamazione in rete contro i militari autori di un controllo fiscale. Insomma, per la procura sarebbero “un’associazione a delinquere”.
In tutto sono 29 in tutto i secessionisti del Padovano, Vicentino, Veronese e Trevigiano del «Comitato di liberazione nazionale del Veneto» rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare Roberto Venditti. Dovranno presentarsi in aula a partire dal 19 dicembre. A chiedere per loro il processo anche il Pubblico ministero Hans Roderich Blattner. Tre soggetti, invece, sono usciti di scena con la richiesta di essere processati con il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Infine, assolti Francesco Cicchellero, di Valli del Pasubio (per non aver commesso il fatto), e la padovana Elisa Lazzarin (il fatto non sussiste), che rispondeva solo di diffamazione. Condannato ad un anno, pena sospesa, il trevigiano Luigi Iariccio (per il quale il pm aveva chiesto 3 anni e 4 mesi), che assieme a Cicchellero era accusato di associazione a delinquere e istigazione a non pagare le imposte.
Come riporta il Corriere della Sera, “già nella scorsa udienza avevano formulato la richiesta di risarcimento danni, di 25mila euro a testa, i due finanzieri a cui un imputato aveva interrotto e intralciato una verifica fiscale in una pizzeria, filmandoli anche e diffamandoli sui social. Parte civile ammessa anche un ufficiale giudiziario, che doveva effettuare uno sfratto. E’ proprio in quelle occasioni che i «gruppi di intervento rapido» davano supporto agli associati. E mentre era in corso l’udienza, all’esterno del tribunale, come le volte precedenti i militanti (solo una quarantina) hanno manifestato sotto lo sguardo di polizia e carabinieri: sventolavano bandiere di San Marco, scandivano a squarciagola slogan serenissimi, srotolavano striscioni del Cnl e mostravano t-shirt del Reparto Intervento Difesa. Una manifestazione – l’ennesima – non autorizzata per la quale organizzatori e promotori, una volta identificati dalla Digos, verranno denunciati. Così come per le precedenti volte. Nel gruppo, maglia nera con il leone di San Marco, anche Patrizia Badii, assolta sabato dal giudice di Rovigo per l’inchiesta tanko. Non è andata così invece per il procedimento di Vicenza, per il quale dovrà affrontare il processo (e con lei, tra gli altri, il vicentino Gabriele Perucca Orfei, già leader dei forconi). «Non è reato associarsi per rivendicare l’indipendenza veneta – commenta Badii – e il patto di New York ratificato a legge dello Stato dice che chi voglia autodeterminarsi può trattenere tutte le ricchezze per raggiungere il proprio fine: in attesa de processo ci muoveremo nelle sedi opportune»”.
Eroi !!!
Non sono sicuro di aver ben capito: per lo Stato italiano se uno, seguendo l’articolo della Costituzione sulla libertà di espressione, invita a non pagare le tasse compie reato, mentre chi sostiene che i soldi delle tasse debbano essere spesi per mantenere i clandestini che, in violazione delle leggi, si sono introdotti illegalmente nel paese, invece non commette reato…..la cosa non mi torna.