Ho letto con interesse le parole di Emiliano Baggiani apparso su questo giornale qualche giorno fa, parole che trovo pienamente condivisibili e che rappresentano un distillato di buon senso indipendentista. Baggiani infatti ha ragione da vendere quando sostiene che toscani e padani non dovrebbero farsi la guerra, ma dovrebbero collaborare contro il comune nemico: è ora di finirla con la vecchia storia dei capponi di Renzo che si beccano tra loro, mentre sono sulla strada che li porterà in padella!
Perché litigare tra noi se i giornali danno grande risalto all’alluvione di Firenze ed ignorano quello che ha colpito la riviera del Brenta? Che colpa ne hanno i toscani che hanno anche loro il tetto scoperchiato? Per Baggiani la spiegazione di questo diverso atteggiamento giornalistico è forse rintracciabile nell’attuale periodo estivo povero di notizie. Può darsi… e se invece fosse stata solo colpa della Rai romano centrica non sa come inviare i suoi uomini nel lontano Veneto? E se fosse la piaggeria di una classe giornalistica che ha deciso di parlar a lungo di Firenze per ingraziarsi il capo di governo, sperando di ricevere un premio o per lo meno di non finire sull’agendina nera dei rottamabili? Quale che sia la motivazione principale è innegabile che questo palese doppiopesismo è in qualche misura funzionale anche alla vecchia logica del divide et impera: se toscani e padani litigano a Roma dormono sonni più tranquilli.
Ovviamente noi ci caschiamo sempre come polli o come capponi e quel che è grave è che spesso e volentieri ci cascano anche gli indipendentisti, anzi talvolta i più polli, leggasi capponi, sono proprio gli indipendentisti, decisamente più interessati a litigare con il vicino di casa che con l’oppressore comune. Da anni si assiste all’increscioso spettacolo della guerra per bande, gruppi e gruppuscoli in continua lotta tra loro, senza contare il turbinoso ricambio, con raggruppamenti che si formano e scompaiono di continuo, perché non è solo una guerra per bande, ma è guerra anche all’interno delle varie bande: litigiosità, personalismi, deliri di onnipotenza, stati di esaltazione ed un corollario di infantilismi da asilo, che non portano a nulla di buono ed intanto a Roma se la ridono.
È per questo che la mano tesa di Baggiani va stretta, perché l’idea di collaborare è di per sé ottima, prima liberiamoci dall’i-taglia, poi eventualmente litigheremo su tutto il resto, ma solo poi. A maggior ragione va stretta, perché poi non sembra neppure che ci sia alcunché su cui litigare. Sono infatti perfettamente d’accordo nel ritenere che la Toscana non solo non è i-taglia, ma non è neppure Padania, eccezion fatta per Massa e poco altro, insomma la Toscana è Toscana, punto, non ci sono storie. Questa visione delle cose ci consente anche e finalmente di chiarire l’equivoco dovuto al pressapochismo della dirigenza leghista che a seconda degli umori del momento ha allungato o ristretto la Padania come fosse una fisarmonica includendovi o meno la Toscana, l’Umbria o le Marche. Il fatto che la Lega si stia disinteressando sempre più della questione padana ci consente per lo meno di fare un po’ di chiarezza sul tema e di rimediare con calma ai molti danni fatti: sia chiaro, la Padania finisce sulla linea Massa – Senigallia. Possiamo quindi ben dire che se Padania e Toscana diventassero indipendenti domani non vi sarebbero neppure annose dispute di confine come di frequente accade e potremmo celebrare l’evento in modo amichevole con Gilberto Oneto e Sergio Salvi, in rappresentanza delle rispettive nazioni finalmente libere, che si stringono la mano sul confine.
Vi è infine un ultimo elemento presente nella lettera di Baggiani su cui vale la pena di riflettere: lui, toscano di Livorno, riconosce la Padania e le riconosce il diritto ad essere indipendente e non è cosa da poco. Spesso e volentieri gli indipendentisti si limitano a coltivare il loro piccolo orticello senza una visione d’insieme, nella migliore delle ipotesi al padano basta la Padania, al toscano la Toscana, al sardo la Sardegna così ognuno di noi è da solo nella sua battaglia, per di più si immagina che al di fuori del suo territorio di riferimento ci sia solo indifferenza se non ostilità. Padani o toscani o sardi da una parte e l’i-taglia dall’altra, la partita è sempre vista come un testa a testa tra un territorio debole e lo stato forte, invece è possibile immaginare un terzo soggetto, che interviene nella disputa. Da anni lo stato i-tagliano ripete che la Padania non esiste, ovviamente noi ribattiamo che esiste bel et bien e in questo “battibecco” infinito sarebbe molto utile l’intervento di un cittadino i-tagliano non padano che alza la manina e dà ragione i padanisti, sentenziando che la Padania non solo esiste, ma che ha diritto ad essere indipendente. Maggiore sarà il numero di cittadini i-tagliani non padani pronti a sostenere che la Padania esiste ed ha diritto ad ottenere la sua indipendenza e maggiore ascolto troveranno le nostre rivendicazioni presso la pubblica opinione, in particolare maggiore sarà il numero di non padani che ci riconoscono, più facile sarà convincere i nostri stessi conterranei, quei tanti padani sonnacchiosi, dubbiosi, diffidenti o semplicemente rimbambiti dalle italiche balle.
Per questo motivo io cittadino i-tagliano non toscano dichiaro che la Toscana non solo esiste, ma che non è i-taglia e che ha tutto il diritto di essere indipendente e con questa mia presa di posizione spero di far riflettere i tanti toscani che proprio come molti padani sono sonnacchiosi, dubbiosi, diffidenti o semplicemente rimbambiti dalle italiche balle!
Stiamo quindi parlando di un riconoscimento reciproco, noi riconosciamo voi e voi riconoscete noi e questo modo di agire è l’esatto opposto del divide et impera. Non ci dobbiamo neppure limitare a padani e toscani, in questo processo di riconoscimento dobbiamo coinvolgere per lo meno anche sardi e tirolesi, che magari si trovano in condizioni differenti dalle nostre, ma che potrebbero come noi essere interessati ad evadere dallo stato i-tagliano. Così facendo cambieremmo le regole del gioco, non più un territorio debole contro lo stato forte, ma tanti territori non più così deboli contro uno stato non più così forte e forse a quel punto il risultato della sfida non sarebbe più tanto scontato.
Padania libera… anche dal divide et impera!
Ma davvero si fa caso a quel che fa o dice il presidente della repubblica? italiana… Ma via!
Io sono Padano e sono molto dispiaciuto allo stesso modo per quanto è accaduto in Veneto e in Toscana, ma evidentemente le istituzioni
itagliane non danno alle regioni lo stesso peso, in Toscana si è scomodato a fare una visita il presidente della repubblica cosa che non ha fatto per il Veneto e allora come la mettiamo? Indipendenza subito a chi la vuole!!!