“L’allentamento monetario che il Giappone sta facendo attraverso il ‘Qqe’ (quantitative and qualitative easing) non ha un limite, e la banca centrale giapponese non ha trovato difficoltà ad acquistare titoli. Il ‘Qqe’ non è finalizzato a svalutare lo yen”. Haruhiko Kuroda è presidente della Banca del Giappone, e ha rilasciato questa dichiarazione qualche settimana fa durante un’audizione presso il Parlamento nipponico.
Una dichiarazione che contiene una mezza verità e una bugia intera. La mezza verità riguarda la mancanza di difficoltà nell’acquistare titoli. Tecnicamente è indiscutibile che non trovi difficoltà, dato che acquista contro creazione di base monetaria, e di quella può crearne finché vuole. Ma il fatto è che il principale asset che compra, ossia i titoli emessi dal Tesoro giapponese, finiranno per essere completamente detenuti dalla banca centrale stessa (e da altri istituti pubblici) entro il 2023. Già oggi il 90% delle nuove emissioni è acquistato dalla BoJ.
Ovviamente il Governo potrebbe aumentare ulteriormente il deficit pubblico, di conseguenza le emissioni di titoli. E non è da escludere che ciò avvenga, a maggior ragione in un momento in cui gran parte della curva dei rendimenti giapponese presenta tassi negativi. Resta il fatto che già oggi serve una forte dose di ipocrisia per definire “mercato” quello dei titoli di Stato giapponesi. E le cose non possono che peggiorare andando avanti. Se la banca centrale arrivasse a possedere l’intero debito pubblico, i prezzi e i rendimenti dello stesso sarebbero una pura finzione (oggi lo sono già discretamente).
Quanto al fatto che il Qqe non sia finalizzato a indebolire lo yen, questa è una palese ipocrisia. Tutti i banchieri centrali sono costretti dal loro ipocrita “galateo” a negare di voler indebolire il cambio, manovra tipicamente mercantilista. Ma tutti fanno allentamento quantitativo e riduzione dei tassi di interesse anche per quel motivo. Nel 2009, in uno dei tanti G20, fu preso l’impegno a evitare le svalutazioni competitive stile anni Trenta del secolo scorso. Successivamente, a turno, tutti quanti hanno fatto l’esatto contrario. E gli artefici di tutto questo sono pure etichettati come salvatori delle economie mondiali. Mah…