di MATTEO CORSINI
Il governo ha scelto di trattare in esclusiva con il fondo Certares, alleato di Delta e Air France, per la cessione del controllo di ITA Airways, ossia l’ennesima reincarnazione di Alitalia. L’offerta è stata preferita a quella di Lufthansa MSC, contrariamente alle aspettative. Secondo il MEF, l’offerta Certares-Delta-Air France è “maggiormente rispondente agli obiettivi fissati dal Dpcm”.
A fronte di una valutazione economica simile tra le due offerte, quella prescelta “è risultata superiore a quella di Msc e Lufthansa, che non è stata significativamente modificata nel corso della procedura, sotto tutti i profili richiesti dal Dpcm, in particolare il valore e il piano industriale”.
Il MEF manterrebbe una quota poco sotto la metà del capitale sociale, a fronte del diritto di veto su alcune materie riservate, la nomina del presidente del Cda e il gradimento sull’Ad. Vendendo a Lufthansa-MSC sarebbe sceso al 20% del capitale.
Senza entrare nel merito delle due offerte, la questione è che più alta resta la partecipazione del MEF, maggiori sono i rischi per i pagatori di tasse di dover in un futuro non troppo lontano vedere crescere il conto di 14,5 miliardi di denaro già bruciato dalla compagnia aerea in circa cinque decenni.
E con il partito che è primo nei sondaggi che è contrario alla vendita, le cose potrebbero andare come nel 2008. Non una prospettiva entusiasmante.