In Italia, dal 2012 al 2017 sono stati 878 i casi di suicidio legati a motivazioni economiche, mentre 608 sono stati i tentati suicidi. A rilevarlo l’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” che pubblica i dati aggiornati al 2° semestre del 2017, che ha visto 56 vittime contro le 47 dei primi 6 mesi dell’anno, per un totale di 103 casi.
«I dati aggiornati al 2017 – commenta il prof. Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio e docente di Sociologia Generale e Politica della Link Campus University – evidenziano come siamo di fronte a un fenomeno che, da quando ha avuto inizio la crisi economica, sembra essere uscito da quella dimensione di “straordinarietà” legata al suo essere estrema ratio di fronte a una situazione di difficoltà, assumendo invece una allarmante dimensione di “ordinarietà”. Di qui dunque la necessità di una riforma strutturale del Welfare State in grado di ristabilire i diritti sociali. Ben vengano, dunque, interventi tangibili che sappiano conciliare il sostegno al reddito, una riforma strutturale del mercato del lavoro, che faciliti la spinta propulsiva delle imprese, e un rilancio complessivo della nostra economia. Di fronte alla evidente richiesta di aiuto che viene dalla società, è fondamentale l’impegno della politica nel rimettere al centro la dignità degli individui e la responsabilità dello Stato nel tutelare gli imprenditori e i lavoratori».
Dall’analisi complessiva dei 6 anni emerge come, nonostante la categoria professionale più colpita resti quella degli imprenditori, cresce prepotentemente il numero di vittime tra i disoccupati ma anche tra coloro che, pur possedendo un lavoro, faticano a trovare una stabilità e una serenità economica, e in molti casi a far fronte alle comuni spese quotidiane. Se dal 2012 al 2017, infatti, gli imprenditori rappresentano il 42% del totale, il 40,5% sono disoccupati e l’11,6% lavoratori dipendenti. Questi ultimi, in modo particolare, crescono dal 7,9% del 2012 al 13,6% del 2017. Considerando i dati sulla disoccupazione nel sud Italia, non sorprende che il numero più elevato di vittime tra i disoccupati si rilevi proprio nelle regioni meridionali con il 27,5% dei suicidi, mentre al Nord, patria delle piccole e medie imprese, crescono i casi tra gli imprenditori con il 31,2%.
«In questi anni il fenomeno dei suicidi per motivazioni economiche – spiega Nicola Ferrigni – ha subìto una progressiva trasformazione: se nel 2012 esso interessava infatti gli imprenditori in oltre la metà dei casi, oggi colpisce le fasce più deboli della popolazione, come chi ha perso il lavoro o chi soffre l’instabilità lavorativa ed economica. A partire dal 2015, oltre il 60% dei suicidi ha per protagonisti lavoratori dipendenti, disoccupati e pensionati».
Seppur con le differenze evidenziate, l’analisi complessiva condotta dal 2012 al 2017 mostra come il fenomeno interessi tutte le diverse aree geografiche. Se il Nord-Est infatti conta il 25,2% del totale dei suicidi avvenuti dal 2012 al 2017, rappresentano il 23,2% i casi al Sud, il 21,2% al Centro, il 19,8% nel Nord-Ovest e il 10,4% nelle Isole. Ma nel 2017, il Sud e il Nord-Ovest, entrambi con il 24,3%, superano il Nord-Est (22,3%).
In testa le regioni Veneto e Campania che nei 6 anni analizzati raccolgono rispettivamente il 16,4% e il 12,4% dei tragici episodi, in modo particolare con le province di Padova e Napoli, ma anche quelle di Venezia, Salerno e Treviso.
Dall’analisi emerge infine come la fascia d’età più esposta continui a essere quella che va dai 45 ai 54 anni, con un’incidenza percentuale pari al 34,6%. Seguono le fasce dei 55-64enni con il 24,5% degli episodi e quella dei 35-44enni con il 20,5%. A preoccupare in modo particolare è però la progressiva crescita dei casi tra i più giovani: complessivamente rappresentano circa il 10% le vittime al di sotto dei 35 anni dal 2012 al 2017; inoltre, se la fascia dei 25-34enni è passata dal 6,7% del 2012 al 10,7% del 2017, gli under 25 nel 2017 rappresentano il 4% circa del totale, quando nel 2012 non se ne contava alcun caso.
Bisogna parlarne,basta silenzio!!!Siamo al limite della follia, !!
concordo!
Io ho una società che continua a chiamarmi perché gli devo 15€, cioè 15… non stiamo parlando di 150 o 1.500… un tempo, e parlo del 2008 o giù di lì, mi hanno raccontato che c’era gente si faceva da sola il taglio della rata, praticamente l’ultima rata di 200/300€ non la pagavano, e poi la società debitrice pensava che gli costava di più muoversi per riavere i soldi piuttosto che lasciare perdere… Ora non è più così.
Ora anche per 20€ ti chiamano ogni giorno… e mettono in mezzo gli avvocati!
Dicevano che avrebbero colpiti i più ricchi invece sono sempre e solo i poveri che ci rimettono
Un paese senza futuro
Secondo me sono anche di più, ma la cosa orrenda é che se ne fregano tutti, io in questi anni ne ho sempre parlato e scritto e nessuno, sottolineo nessuno, ha mai voluto o chiesto un dibattito su questo argomento, forse non é troppo mediatico l’argomento o sicuramente non sono molto “mediatica” io che invece lo affronto. Viviamo nella società dell’apparire e quindi chissà non parlandone fa sembrare che mai siano accaduti questi fatti terribili!
Davvero una cosa orrenda!
per me dovrebbere toglire EQUITALIA perche e la causa secondo le mie opinioni di tutti questi suicidi perche equitalia e una societa tuffatrice autorizzata dallo stato che lo stato ha permesso a questi bastardi dell,equitalia di appropriarsi dei bene mobili e immobli della popolazione italiana fatti di sacrifici
Il Sud purtroppo ha questo problema, le persone non ce la fanno più
PURTROPPO tra non molto mi aggiungero anch io a questa lista….grazie istituzioni vi venisse un cancher..
Per favore, no!!! FOTTI LO STATO, MA VIVI LIBERO!
MO DEVI STARE TRANQUILLO PERCHÉ LA SCENA POLITICA E’ CAMBIATA, FINALMENTE ABBIAMO PER LA PRIMA VOLTA UN GOVERNO SERIO, ONESTO E COERENTE
dubito!
Io e mio marito siamo stati truffati da una banca, ci hanno revocato i fid dicendo che non eravamo stati riaffidatii e hanno messo le mani nei nostri beni…ci stanno portando via tutto. Dopo due anni abbiamo scoperto in banca d’italia di essere sempre stati affidatiche avevamo subito un’ingiustizia e di non lasciar perdere. Intanto mia figlia che allora aveva 9 anni, ha cominciato ad avere crisi di ansia e ancora adesso a distanza di 5 anni, quando le vengono gli attacchi devo portarla al pronto soccorso e farle una flebo. Siamo in causa ma una cosa ancora mi fa arrabbiare: certi giudici dovrebbero fare il loro lavoro seriamente, accettare le nostre richieste e non essere di parte delle banche.
LA MAGISTRATURA E’ COMPLICE!!!
Ti invito a leggere il mio esposto pubblicato su Facebook contro la BNL Finance S.p.A. le truffe che commette sui cittadini che chiedono la cessione del quinto della loro pensione o stipendio.
Con dati del genere non si scherza.
Vivere diventa sempre più difficile.
Sopravvivere non basta.
sono anni che la gente italiana soffre e vive in una confusione lacerante: i nostri giovani se va bene sono assunti a chiamata, i nostri genitori non hanno una pensione sufficiente per vivere gli ultimi anni della vita con dignità. Noi nel mezzo fatichiamo e basta. DALLO SCORSO 4 MARZO NON CAMBIATO NULLA PER ME E LA MIA FAMIGLIA.Spero però che a tanti sia andata meglio!
TRISTEZZA DAVVERO