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Italia, la decrescita infelice ci ha portato dritti nella palude

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di PAOLO CARDENÀ 

Il grafico che vedete in seguito, rappresenta la crescita dell’economia italiana negli ultimi sei decenni.
E’ stato elaborato considerando i dati Ocse (per la crescita del Pil dal 1960 fino al 2015) e i dati del Fmi (per rappresentare le previsioni fino al 2020), quindi si è posto come base 100 il Pil all’inizio di ogni decennio considerato, dal 1960 fino a quello iniziato nel 2010.

ccrescita-italia

Ciò che dovrebbe saltare all’occhio dell’osservatore non è tanto la crescita esponenziale dell’Italia negli anni ’60 e ’70, e nemmeno la caduta del ritmo di crescita che si è verificata nel corso dei decenni. Quando un’economia è tutta da sviluppare (come quella dell’Italia alla fine degli anni ’50) è del tutto naturale che i tassi di crescita siano molto elevati (accade anche oggi nei paesi emergenti). Ed è altrettanto naturale che, via via che l’economia matura, i tassi di sviluppo diminuiscano rispetto ai livelli degli anni precedenti. Questa dinamica, peraltro, è comune a tutti i paesi le cui economie hanno raggiunto un elevato livello di sviluppo.
La cosa che impressiona, mortifica e induce a preoccupazione, è il livello di crescita dell’Italia negli ultimi due decenni. Nel decennio 2000-2010 l’Italia è cresciuta di un misero 3%; mentre per il decennio in corso, se le previsioni del Fondo Monetario Internazionale dovessero rivelarsi giuste (ho qualche dubbio) l’italia crescerà di appena un punto percentuale.
Messa in questi termini e permanendo simili condizioni, l’Italia non ha alcuna possibilità di uscire dalla palude in cui si trova.

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2 COMMENTS

  1. La decrescita felice è tutt’altra cosa, non c’è alcun nesso con quello che sta accadendo in Italia (per quanto io non sia un fan della decrescita felice)

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