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Italia in ripresa? si, col cavolo: fa la ruota ma e’ un pavone spennato

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di GIANLUCA MARCHI

pavone italiaContinuano a raccontarci che l’Italia è ormai fuori dal tunnel, che la ripresa è ancora timida ma esiste e che non ci resta che crescere. Il bello è che molti italiani ci credono e pensano che il sol dell’avvenire sarà tricolorito. Forse vogliono crederci per non cadere in una depressione più nera di quella in cui già sono. Ma i dati che arrivano sistematicamente raccontano tutta un’altra storia. Ad esempio ieri ecco la botta sulla produzione industriale, che a maggio è calata dell’1,8%. Ma se non aumenta la produzione delle fabbriche, di che ripresa andiamo cianciando? E abbiamo anche preso atto che in dieci anni sono stati persi 2,3 milioni di posti di lavoro fra i giovani. Insomma, la stragrande maggioranza dei ragazzi possono scordarsi di trovare lavoro in Italia nei prossimi mesi se non addirittura nei prossimi anni. E al riguardo riecheggiano le recenti parole di “Napo orso Capo”, alias Giorgio Napolitano, che in Friuli ha detto che l’Italia è finita se non riesce a creare lavoro per i giovani. Ecco, appunto, siamo alla frutta o alla canna del gas, scegliete un po’ voi. Ma intanto l’Illusionista di Firenze fa finta di fare la voce grossa in sede Ue. La realtà è che come Paese siamo con le pezze al culo e l’unica speranza di lorsignori è di mettere prima o poi le mani sulla ricchezza privata, quella messa insieme dalle famiglie in tanti decenni di sacrifici, che ancora c’è anche se si va assotigliando.

L’Italia strepita, fa la ruota ma è un pavone spennato, ma al lato pratico sta messa malissimo. Altri Paesi, invece, che stavano anche peggio,  stanno svoltando. Dopo una prolungata doppia recessione, «la Spagna ha svoltato l’angolo, la crescita è ripresa e la disoccupazione è in calo». Inoltre, le esportazioni guadagnano quote di mercato e il bilancio delle partite correnti «è in attivo per la prima volta in decenni». Le condizioni finanziarie «sono drasticamente migliorate», con i rendimenti del debito sovrano ai minimi e una «solida ripresa» degli investimenti aziendali e un «inizio di ripresa» per i consumi privati. È quanto si legge nel rapporto conclusivo della missione di monitoraggio Articolo IV condotta dal Fondo monetario internazionale a Madrid. Tuttavia, «l’eredità della crisi persiste». In particolare, come fa notare il Fmi, il tasso di disoccupazione, ora al 26%, «rimane alto in modo inaccettabile» e il mercato del lavoro resta «altamente frammentato».

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9 COMMENTS

  1. Varda Diretuur (doppia u xkè non posso kopiare e riportare la u cirkonflessa ke in tastiera non c’è),
    hai skritto una frase (1) ke m’ha kolpito e ke avrebbe dato addito ad approfondimento importante e x me, anke kiarifikatore ed arguto nei kontenuti, ma non me la sento d’intraprendere un xkorso di skrittura kon il riskio di xdere (x kause varie… kome a volte succede…) tutto lo skritto ( ovvero ke si kancelli tutto il testo skritto… e veder svanire il lavoro fatto) …

    naturalmente si può benissimo fare a meno di kuesto kontributo… e xò a me rimane il rammariko di non aver potuto esprimere un mio koncetto ke, forse, a kualkuno, poteva interessare… anke xkè, sikuramente, rompeva ( 😀 ) l’ovvietà …

    (1) – la frase ke (a fatika e kon xdita di tempo inutile … senza sikurezza, tra l’altro, di riportare esattamente lo skritto citato …) devo riportare, è:”… l’unica speranza di lorsignori è di mettere prima o poi le mani sulla rikkezza privata delle famiglie, kuella messa insieme dalle famiglie in tanti decenni di sacrifici..-.”

    • Buta via quel maxenin a carbon e crompate na roba pì nova. Fin quel momento moleghela de pianxar che te ga roto i cojoni.

      • BORTOLO … i no tu kapisis un kaso … in lumbart ti diis “va ‘dò via il ku” … mone … taas ! 😀

    • Ai tempi de “L’Indipendenza” (R.I.P.) penso di essere stato l’unico a non essersi mai lamentato per il tuo uso smodato della “k”…
      Vedo che hai deciso di farti nuovi amici insistendo col copia&incolla. 😉
      Ora, mi sei simpatico, però effettivamente a leggerti ci vuole una pazienza da santi – a Natale ti do il mio indirizzo, così mi mostri la tua riconoscenza spedendomi un bel cesto di leccornie 🙂

      • volentieri x le lekkornie … ci risentiamo a fine anno 😀

        x il kopiainkolla invece la kosa è seria e se le amicizie ke riskuoto online si amplieranno, beh pazienza…
        la battuta è piaciuta anke al Facco … 😀

        ogni blog, giornale in lingua italika od internazionale ed ogni sito kontempla l’uso del kopia inkolla liberamente, kosa ke x il mio modo di komunikare è vitale … altrimenti, kome detto, ci ridurremo a battutisti o poko + ke si akkodano all’artikolista skrivente, da plaudire o kritikare, senza xò poter fare nessun approfondimento nè eventuale kritika seria ed artikolata…

        se pur modestamente, anke noi “mandria” potremmo apportare kualkosa di nuovo e diverso al komun bagaglio kulturale indipendentista, fornendo idee, esperienze e/o saperi ke spesso kozzano kol metre a penser ke si vuol veikolare, negandolo magari…

        si potrebbe imporre un limite all’estensione del testo … e morta làh !

        ke ne dici !?

        • Che ne dico? Boh, a me il copia&incolla ogni tanto tornerebbe utile, non lo nego. Sull’apportare qualche “contributo” son d’accordo: ai tempi della buonanima – la testata, non il pelatone, eh! – alcuni commenti, con tanto di repliche&controrepliche, si trasformavano in dibattiti molto interessanti.
          Qui, peraltro, la situazione sarebbe molto più “vivibile”, visto che i marco aurelio di turno per trollare dovrebbero pagare…
          Posso pensare che i nostri vogliano creare un ambiente “a tenuta stagna”, così da evitare fuoriuscite, speculazioni, incesti, querele…

  2. Non se ne esce solo con la droga delle banche centrali.
    Non se ne esce con rimedi statalisti.

    Un temporaneo sollievo, al massimo, in attesa della prossima crisi.

    L’esempio della banca portoghese , per me, è molto indicativo.
    Tutto il sistema stato-finanza è talmente fragile che basta un nonnulla per scatenare venti di crisi in tutto il mondo.
    Questa è una prova del disastro che cova sotto le parole di politici e banchieri in malafede.

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