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Italia: politica fiscale scellerata, spesa pubblica a manetta e baby-pensionati

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di MATTEO CORSINI

Quando la BCE ha portato e mantenuto sotto zero i tassi di interesse per 8 anni, oltre a comprare migliaia di miliardi di titoli emettendo base monetaria, nessun politico a sud delle Alpi ha levato critiche verso Francoforte per gli effetti che tale politica avrebbe portato. Ora che in poco più di un anno, per correre dietro a una inflazione dei prezzi al consumo che aveva definito “transitoria”, ha rialzato i tassi nove volte per 425 punti base, le critiche fioccano.
Il patriota Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera, ha dichiarato:
  • Leggo con dispiacere la dichiarazione della presidente della Bce, secondo cui i banchieri centrali sarebbero abituati ad avere ‘la pelle dura’. E’ così che si chiama, oggi, quell’insensibilità alla realtà sociale che faceva indignare Guido Carli quando era governatore della Banca d’Italia e impostava una politica monetaria rigorosa, ma non cieca dinanzi alle condizioni del Paese reale? Nel 1974, all’apice della recessione indotta dagli shock petroliferi, Carli disse che se il suo istituto avesse rifiutato di finanziare lo Stato avrebbe compiuto un ‘atto sedizioso’, nocivo degli interessi nazionali e delle prerogative della politica. Oggi i trattati europei vietano il finanziamento degli Stati da parte della Bce, ma questo non significa che l’approccio debba essere diverso da quello di Carli. Il quadro macroeconomico del Vecchio continente resta difficile: mentre questo Parlamento e questo Governo fanno di tutto per alleggerire il peso sopportato dai cittadini, a Francoforte remano nella direzione opposta. Anche gli italiani hanno sviluppato la pelle dura dopo anni di misure sbagliate, assunte da esecutivi non legittimati dalle urne. Ma se a ogni accenno di dissenso le autorità tecniche scrollano le spalle, o addirittura gridano alla violazione della loro indipendenza, anziché fare squadra con chi è investito di un mandato popolare, finiremo per bruciarci tutti.
Non mi pare che il finanziamento monetario degli anni Settanta abbia avuto esiti molto positivi per l’Italia. Quello, unitamente a una politica fiscale scellerata, con spesa pubblica a manetta e gente mandata in pensione a quarant’anni (per fare un solo esempio), hanno posto le basi per il fardello che ancora oggi sopportano i pagatori di tasse.
Se dovessero “fare squadra” con politici come quelli (in questo senza reali differenze) che chiedono il voto degli elettori a sud delle Alpi, a bruciare sarebbe il potere d’acquisto della moneta, in modalità non dissimili a quanto accadde decenni fa o ancora oggi in quei Paesi dove la banca centrale “accomoda” le spese del governo (ossia le monetizza).
L’ideale sarebbe l’assenza di politica monetaria, ma, rispetto alla situazione attuale, quella invocata dagli Osnato di questo mondo sarebbe ben peggiore.

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