di MATTEO CORSINI
Il presidente Joe Biden ha detto di non essere “mai stato così ottimista sull’America“, rivendicando tra l’altro la creazione di “tredici milioni di posti di lavoro e una disoccupazione vicina a minimi storici, anche tra gruppi sociali spesso svantaggiati.“
Eppure, a poco più di un anno dalle nuove elezioni presidenziali, solo il 42% degli americani approva l’operato di Biden, mentre se ci si limita all’economia, il tasso di approvazione scende attorno al 30%. A preoccupare gli americani (ma il discorso potrebbe essere fatto anche dall’altra parte dell’Atlantico) è la perdita di potere d’acquisto.
E in effetti, anche stando agli indici ufficiali, da quando Biden è in carica i salari sono cresciuti circa del 4% in meno rispetto ai prezzi al consumo. Ciò significa che per una parte di americani le cose sono andate anche molto peggio di così. Difficile, per costoro, essere contenti.
Come se ciò non bastasse, l’altra faccia della medaglia di buona parte dei risultati rivendicati da Biden è una accumulazione di deficit annuali preoccupanti anche per chi ancora oggi emette la moneta più usata al mondo.
In sostanza, gli Stati Uniti stanno (non da oggi) virando verso un sistema da socialdemocrazia nordeuropea, ma con una disciplina fiscale sudeuropea (o forse sudamericana). Non credo ci sia molto da essere ottimisti.