La minaccia comunista è stata scampata e l’ennesima lezione ai generatori di fake news anti-Brexit è stata impartita!
Infatti, le prime parole del vincitore Boris Johnson sono state queste: “Con questo mandato finalmente realizzeremo la Brexit”. Lo ha detto il premier parlando ai suoi sostenitori a Londra, invitando tutti a ripetere in coro lo slogan della sua campagna «Get Brexit done». “Metterò la parola fine a tutte le assurdità di questi tre anni e realizzerò la Brexit entro gennaio, senza se e senza ma. Questa è la più grande vittoria dagli anni 80, quando molti di voi non erano neanche nati”, ha sottolineato il premier. Secondo la Bbc, questo è il risultato migliore dei Tory dal 1987, dai tempi di Margaret Thatcher.
Insomma, è stata una vittoria schiacciante del primo ministro uscente e dei conservatori. I conservatori hanno conquistato 364 seggi su 650 e il primo ministro — rieletto nel seggio di Uxbridge — può quindi contare ora su una maggioranza assoluta. Una sconfitta schiacciante per i laburisti, che si fermano a 203 seggi e mettono ora in discussione la leadership di Jeremy Corbyn. I liberal democratici hanno ottenuto 11 seggi (uno in meno) e hanno perso la loro figura di spicco: la leader Jo Swinson non è stata rieletta e non potrà — per legge — guidare il partito.
Il vero ed unico nodo per Johnson viene da Nord: “Adesso uniamo il Paese”, ha detto ancora Johnson ringraziando anche coloro che hanno votato i conservatori “per la prima volta!”. In vero, come previsto c’è stato il successo assoluto dei nazionalisti scozzesi, che si battono per la causa indipendentista dal Regno Unito, puntando a realizzare un secondo referendum. Infatti, lo SNP ha conquistato 48 seggi.
La Scozia, contraria alla Brexit, chiede di essere autorizzata a indire un nuovo referendum sull’autodeterminazione dopo la schiacciante vittoria dei conservatori alle elezioni di ieri, che mettono il Regno Unito in dirittura di arrivo verso la Brexit: “Boris Johnson avrà magari ricevuto un mandato per fare uscire l’Inghilterra dall’Unione Europea. Non ha assolutamente il mandato di fare uscire la Scozia dall’Unione Europea. La Scozia deve avere possibilità di scelta sul proprio futuro”, ha dichiarato la leader dello Scottish National Party (SNP) Nicola Sturgeon, capo del governo scozzese.
I nazionalisti scozzesi dell’SNP hanno registrato un netto avanzamento, ottenendo 48 seggi dei 59 assegnati alla Scozia a Westminster e questo dato rafforza la richiesta di un secondo referendum sull’indipendenza. Richiesta che non implica che la consultazione ci sarà, anzi, visto che un referendum sull’autodeterminazione scozzese dovrebbe essere votato dalla maggioranza del parlamento britannico, ora controllato saldamente dai Tories.
Dopo il successo degli europeisti, ma indipendentisti, scozzesi, una domanda ci sovviene: Come si comporterà l’Unione europea, che ha sempre nicchiato sulle richieste indipendentiste catalane?
Una curiosità, infine: l’ex leader dei Tories scozzesi Ruth Davidson, scettica sulle possibilità di successo del Partito Nazionale scozzese a queste elezioni, aveva promesso di nuotare nuda nel lago di Loch Ness se l’SNP avesse ottenuto più di 50 deputati. Pericolo scampato per un soffio.
Gli scozzesi hanno ragione.
Va fatto un referendum e poi si decide.