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L’1% più ricco e le tasse: tutte le balle sulla diseguaglianza di Piketty

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di RAINER ZITELMANN Se una tesi viene ripetuta centinaia di volte, molti ci credono. Se la si ripete milioni di volte, quasi nessuno lo mette in dubbio. Gli Stati Uniti, in particolare, vengono citati più e più volte come un esempio di come il “divario tra ricchi e poveri” continui ad ampliarsi. Ma due esperti dell'Ufficio di Analisi Fiscale del Dipartimento del Tesoro e del Comitato Congiunto sulla Tassazione del Congresso degli Stati Uniti hanno ora dimostrato, in un saggio di quasi 50 pagine pubblicato sul prestigioso Journal of Political Economy, che questa tesi semplicemente non è vera. L’economista francese di sinistra Thomas Piketty, considerato il principale difensore della tesi, ha calcolato che la quota di reddito dell’1% più ricco degli americani è più che raddoppiata dal 1962. Tra le altre cose, egli usa questi dati per giustificare la sua richiesta di più tasse per i ricchi, da aumentare fino al 90% e che lo Stato "regali" a tutti i giovani una somma
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