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La banalità del “NeonorMale”

Da leggere

di STEFANO BURBI

Ecco la nuova normalità:

  • Andare a teatro, al cinema, al ristorante, solo con il lasciapassare sanitario, ma sempre con la mascherina.
  • Volere segregare i non vaccinati (è una voce, sia chiaro, ma sempre più insistente, e due anni fa una cosa del genere avrebbe provocato l’intervento dei caschi blu, mentre oggi sembra la cosa più naturale del mondo).
  • Invocare il carcere per chi non si vuole vaccinare: appena letto in un commento di un dirigente scolastico (sic!).
  • Dire con soddisfazione e bieca ironia che “la gente che non molla mai”, poi si ammala di covid e molla, perché chiede scusa ai sanitari e vuole il vaccino (ma ormai è tardi). Letto ieri sulla mia bacheca da parte di un medico anestesista (sic!).
  • Proibire (guarda caso) le manifestazioni a Trieste per un rialzo ai contagi legato (ovviamente) alle manifestazioni di piazza.
  • Trasmettere h24 notizie solo sul Covid e dipingere l’Italia come un paese in eterna emergenza, che però, non si sa come, è in ripresa grazie al lasciapassare verde, vero strumento di libertà. (Libertà è schiavitù, Orwell).
  • Poter augurare a chi non intende vaccinarsi la fucilazione come ai disertori in guerra e scandalizzarsi solo se altri osano proporre altri improbabili paragoni in senso opposto, secondo il bipensiero orwelliano.

Francamente, se questo a voi sembra lecito, normale o semplicemente accettabile, stiamo guardando due film oppure lo stesso film con occhi diversi. Ma so anche che alla fine vincono i buoni. E non siete voi.

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2 COMMENTS

  1. Non ci credo che vinceranno i buoni e se anche dovessero vincere “alla fine”, saremo appunto alla fine. Ma non di una sceneggiatura. Però, tanto per non lasciare nulla di intentato, si potrebbe indicare il nome della scuola dove il Dirigente auspica la condanna dei resistenti per chiedere a una procura se si possano ravvisare reati ordinari e costituzionali nella pronuncia di simili parole. E dopo l’eventuale ma improbabile vittoria politica dei buoni, ricordarsi delle parole pronunciate ma soprattutto di chi le ha pronunciate.

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