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La boldrini e le solite corbellerie su “mafia capitale”

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boldrini contestatadi MATTEO CORSINI

“Spero che dall’inchiesta sulla mafia a Roma si impari una lezione: è imperativo che ci sia un maggiore monitoraggio sull’utilizzo dei fondi pubblici”. Laura Boldrini non brilla certo per originalità nelle sue dichiarazioni, che peraltro rilascia con voluttà su qualsivoglia argomento. Fin qui non ci sarebbe poi tanto di male, se non fosse che ciò che propone, pur essendo politically ultracorrect e, perciò, condiviso dalla maggior parte dei benpensanti, finirebbe per far spendere ancora più soldi dei contribuenti senza risolvere alcunché.

L’idea che ogni volta che si scopre del malaffare nella pubblica amministrazione il problema risieda negli uomini e che la soluzione consista nel cambiare gli uomini e moltiplicare i controlli si scontra con la storia, oltre che con il buon senso.

Boldrini invoca una non meglio precisata “cabina di regia che consenta di controllare l’uso dei fondi”, mentre il sindaco Ignazio Marino pensa di introdurre il turnover tra i dirigenti comunali e di creare un nuovo assessorato per la trasparenza. Renzi, dal canto suo, ne approfitta per mandare l’ennesimo videomessaggio nel quale corruccia il volto e promette pene più severe per corrotti e corruttori.

Tutto ciò non farebbe altro che moltiplicare i costi, senza risolvere i problemi, perché non si agirebbe sulla causa primaria, ossia l’eccesso di interventismo e, di conseguenza, di risorse intermediate e assorbite dall’amministrazione pubblica.

E se invece di queste moltiplicazioni di incarichi e controlli si iniziasse a restringere il perimetro di intervento dello Stato (in tutte le sue articolazioni)?

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