RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
di ANDREA FRANCESCHI*
La Corte di Cassazione ha deciso di lasciarmi in esilio. Non importa che io sia incensurato, che nessuno, neppure la Procura, metta in dubbio la mia personale onestà, né che le misure da me suggerite andassero solo e unicamente nella direzione di aumentare la concorrenza e ridurre le spese di denaro pubblico. Non conta che il pericolo di reiterare il presunto reato sia venuta meno da mesi, da quando il Comune ha delegato i bandi alla Provincia né che questa Amministrazione premesse per affidare questa responsabilità a dei professionisti qualificati ben prima di qualsiasi inchiesta. Non importa che la misura cautelare inflittami non abbia precedenti nella storia repubblicana nemmeno per accuse molto più gravi di quelle che mi vengono mosse. Non importa neppure che lo stesso procuratore generale ieri abbia messo in discussione l’impianto accusatorio e abbia lui stesso chiesto l’annullamento, sostenendo che non ci sono gli estr
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