L’Aula del Senato ha negato l’autorizzazione a procedere contro l’ex ministro Roberto Calderoli (Lega Nord), accogliendo così l’indicazione della Giunta.
Contro l’autorizzazione si sono espressi 219 senatori, a favore 66, mentre 10 si sono astenuti.
La vicenda riguarda un volo di Stato a Cuneo nel gennaio 2011 dell’ allora ministro della Semplificazione che dopo aver saputo di un grave incidente occorso al figlio della sua compagna, del quale ha sempre fatto le veci del padre, come è scritto nella relazione della Giunta, non aveva disdetto gli impegni istituzionali della giornata chiedendo però di poter far subito visita al ragazzo.
Riepiloghiamo i fatti che hanno fatto sì che la giunta per le autorizzazioni a procedere negasse ai giudici di iniziare il processo: “Il ministro dal ‘pomello rosso’ ha chiesto alla presidenza del consiglio, il volo di Stato per Cuneo, dovendo svolgere impellenti funzioni ministeriali. E viene autorizzato. Sbarcato a Cuneo, si è accertato che il ministro si è recato prima in una abitazione privata, poi in un ospedale e, quindi, è rientrato a Roma. Il ministro, in prima battuta, ha giustificato la necessità del volo per l’urgenza di far visita in ospedale al figlio della sua compagna. Successivamente, ha aggiunto che era necessario ed impellente l’uso dell’aereo, dovendo occuparsi dei problemi finanziari dell’ente locale alla cui presidenza c’è la compagna. Poi, ha detto che ha svolto le funzioni politiche, non recandosi in un ufficio pubblico, ma in casa della sua compagna. Poi ancora, ha spiegato come fosse per lui assolutamente necessario rientrare tempestivamente a Roma, dovendo partecipare ai lavori di una commissione parlamentare. Infine, ha riferito che essendo Cuneo mal collegata con Torino, sarebbe stato problematico prendere un volo di linea”.
come? la “lega degli onesti”, i senatori barbari sognanti di maroni, hanno salvato calderoli? e questi sarebbero i paladini della legalitá?
ma ci facciano il piacere, ci facciano…
altrimenti come farebbero a ricattarsi uno con l’altro.? La liberta’ costa fatica