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La dittatura dei 30 all’ora, mica del mezzo privato!

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di MATTEO CORSINI

Secondo Roberto Morassut, che fa parte della segreteria nazionale del PD e si occupa di Infrastrutture Aree Urbane e periferie, il governo in carica favorisce la “dittatura del mezzo privato” a tutto detrimento del “diritto alla mobilità“. Si noti che non esiste alcuna dittatura, nel senso che non c’è nessun obbligo imposto autoritariamente di usare il mezzo privato, né è leso alcun diritto alla mobilità. Se poi si intende che la mobilità debba in tutto o in parte essere a spese altrui, allora non mi pare debba essere un diritto.
Addirittura il nuovo codice della strada aumenterebbe i limiti di velocità,in onore al falso mito della rapidità, confusa come efficienza“. Si noti che quasi ovunque i limiti di velocità sono inferiori a quelli in essere quando i sistemi frenanti delle automobili non erano neppure lontanamente paragonabili a quelli odierni. Ma tant’è, evidentemente per Morassut sono troppo elevati.
Il trasporto pubblico, soprattutto quello locale, è in crisi e non ha ancora recuperato “i livelli dei ricavi precedenti alla pandemia”. Non sarà per caso che l’utilizzo del remote working abbia influito?
Evidentemente non per Morassut, il quale ci tiene a far sapere che hanno “presentato come Partito Democratico e insieme a tutti i gruppi di opposizione, raccogliendo l’impulso di numerose realtà associative e ambientaliste del territorio e l’esperienza di alcuni comuni come Bologna, una proposta di legge per avviare il progetto nazionale di “Città a 30 km all’ora”. Ovviamente per “ridurre la dittatura dell’automobile“.
Chiedere ai bolognesi non ultraottantenni cosa ne pensano del limite dei 30 all’ora…

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1 COMMENT

  1. Personalmente non ho ancora ottant’anni, sono nato a Bologna sessantasette anni fa, ma sono finalmente riuscito a sfuggire alle grinfie di quella città, che mi dispiace sempre sentir definire “di merda” (scusate il linguaggio greve) dato che lei non c’entra affatto. Forse potrebbe dirsi una città di merde (scusate di nuovo), se potessero ma non volessero levarsi dai piedi una manica di fanatici incapaci il cui unico, discutibile “record” è quello di riuscire a far rimpiangere perfino Peppone Dozza… Tuttavia dubito che non lo vogliano così come che possano.

    Temo che il garbuglio di nodi di potere, fra loro interagenti, e la capillarità dell’infiltrazione in quei nodi di soggetti pericolosi e ben legati ad altri simili ambienti esterni, sia un marchingegno molto difficile da incrinare. Bisognerebbe riuscire ad aumentare la diffusione di anti-statalisti (e anti-sistema pubblico in genere) “radicali” come ben scrisse Rothbard quasi mezzo secolo fa…
    Proprio oggi sono passato da Bologna e forse è un po’ più difficile di prima incontrare gente che sfreccia a velocità molto molto alte, ma del limite non si cura praticamente nessuno (anche perché la segnaletica è confusionaria e se il Comune si impuntasse si troverebbe un contenzioso spaventoso). E il guaio è proprio questo: piuttosto che affrontare la questione di petto, praticamente tutti “si arrangiano”. Tanto nella maggior parte dei casi la si passa liscia, e se no… costa sempre meno una multina di tutte le beghe di opporsi ai capoccia.

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