di PIERGIORGIO MOLINARI
L’altra sera, vicino alla Torre Eiffel, un “francese” ma di origini iraniane ha accoltellato diversi turisti. Uno di loro è morto. Ovviamente le autorità avvertono che non è “terrorismo” e, altrettanto ovviamente, il “francese” era già schedato come a rischio radicalizzazione ma rimaneva tranquillamente a spasso.
Ieri sera a Marawi City, nelle Filippine, alcuni terroristi hanno fatto esplodere una bomba dentro una chiesa cattolica durante una messa, uccidendo almeno quattro persone e ferendone altre 50.
La settimana scorsa, in Germania, è stato sventato un attacco terroristico a un evento natalizio. Tutto questo si aggiunge ai recenti attacchi a Dublino, in Irlanda, dove un altro immigrato di una certa fede ha accoltellato dei bambini (una bambina, alla quale è stato conficcato il coltello nel cranio, risulta cerebralmente morta), e a Crépol, in Francia, dove un gruppo di altri ”arricchitori culturali” ha fatto irruzione con coltelli e mannaie a una festa di paese al grido di “ammazziamo i bianchi”, ferendo numerose persone e uccidendo un sedicenne.
Intanto, un nuovo sondaggio d’opinione indica che il 75% dei palestinesi sostiene il barbaro attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre, quando furono massacrate oltre 1.400 persone, per lo più civili. Ciò significa che tre quarti dei “poferi anceli innocenti” di Gaza sono a favore del massacro, della decapitazione, dello stupro di gruppo e del rapimento per ottenere vantaggi politici. Tutte pratiche ampiamente già viste anche in Europa, dove però tanti sventolano la bandierina palestinese perché non sono antisemiti però sono contro il “sionismo”.
In Svezia, solo negli ultimi sei anni, hanno registrato 52.098 stupri. Attualmente, è una delle nazioni al mondo con la più alta incidenza di questo reato. Pensate che i placidi, rimbambiti svedesi si siano trasformati in un popolo di arrapati, oppure avete già idea di chi siano, da quali regioni del mondo provengano e quale fede professino gli stupratori “svedesi”?
Nel frattempo, a Londra, la percentuale di popolazione costituita da bianchi è passata dal 98 per cento degli anni ’60 a meno del 37 per cento. I bianchi a Londra, così come in altre città inglesi e della Francia, sono ormai in netta minoranza.
Esattamente, in che modo e quand’è che vi hanno convinti che tutto questo sia accettabile, normale, persino auspicabile, e che anzi occorra insistere con maggiore impegno su questa strada?