di MURRAY N. ROTHBARD
Un’accusa comunemente rivolta alla società di libero mercato è che istituisce “la legge della giungla”, del “cane-mangia-cane”, che rigetta la cooperazione umana a favore della concorrenza e che esalta il successo materiale in contrasto con i valori, la filosofia o le attività di svago.
Al contrario, la giungla è precisamente una società fatta di coercizione, furto e parassitismo, una società che demolisce le vite e i livelli di vita. La pacifica concorrenza di mercato dei produttori e dei fornitori è un processo profondamente cooperativo in cui ciascuno si avvantaggia e dove il tenore di vita di ognuno fiorisce (se paragonato a che cosa sarebbe in una società di non-liberi).
E l’indubbio successo materiale delle società libere fornisce il benessere generalizzato che ci permette di godere una quantità enorme di svago rispetto ad altre società e di occuparci delle questioni spirituali.
È nei Paesi coercitivi con poca o nessuna attività di mercato, soprattutto sotto il comunismo, che la frantumazione dell’esistenza quotidiana non soltanto impoverisce materialmente le persone, ma infiacchisce il loro spirito.