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La giustizia è lenta, salvo quando c’è da processare degli indipendentisti

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In un Paese come l’Italia dove ogni anno, circa 120.000 cause giudiziarie si estinguono per avvenuta prescrizione, quindi per decadenza dei termini, dove una stretta cerchia di potentati ricorrono a mille sotterfugi per farla franca facendo slittare all’infinito i procedimenti, dove i giudici non hanno mai fretta di concludere i procedimenti, dove per i più disparati motivi le cause giudiziarie subiscono sistematicamente rinvii esasperanti anche se ormai consueti per i cittadini, il fatto che un procedimento giudiziario venga anticipato di un anno dovrebbe, quantomeno, stimolare la curiosità di tutti i media.

Ma non è così anche se si tratta di un evento più unico che raro, sicuramente mai accaduto prima.

Questo evento è il processo alla Po£isia Veneta che vede coinvolti appartenenti all’APV (Autogoverno del Popolo Veneto) tra cui il sottoscritto, con l’accusa di costituzione di banda paramilitare “reato” previsto per chi costituisce gruppi di persone organizzate gerarchicamente e contraddistinte da una divisa per perseguire fini politici.

Il procedimento, dopo l’abrogazione del decreto legislativo n.43 del 1948 da parte di Calderoli nel 2010, allora ministro per la semplificazione del Governo Berlusconi, sembrava doversi concludere con un’archiviazione ma, le procure di Treviso e di Verona si sono opposte a tale abrogazione ben due volte per due differenti gradi, ottenendo alla fine la reintroduzione del decreto e quindi la reintegrazione del “reato” dando vita ad una querelle tra difesa e Procura sul vuoto normativo intercorso, questione non ancora completamente chiarita.

In conseguenza alla reintroduzione della norma, il tribunale di Treviso fissava l’udienza per il 7 febbraio 2016.

Essendo in corso altro procedimento, questa volta a carico di appartenenti al MLNV che vede nuovamente coinvolti due dei 6 inquisiti per la Po£isia Veneta, il PM ha fatto richiesta e ottenuto dal Tribunale di Treviso il congiungimento dei due processi.

Una assurdità visto che si tratta di due fatti distinti, svoltisi in due periodi diversi, che coinvolgono gruppi diversi di persone, tranne due, coinvolte in entrambi i procedimenti.

Tanto è bastato al giudice per decidere di dibattere il tutto in un unico procedimento anticipando di un anno, dal 7 febbraio 2016 al 17 febbraio 2015 il processo alla Po£isia Veneta.

Negli annali dei tribunali italiani mai era successo di vedere anticipato un processo di un anno se non il contrario.

Non sarà, per caso, che tanta attenzione morbosa nasconda malcelata volontà di liquidare la faccenda politica della Po£isia Veneta con una condanna esemplare a monito della crescente ed irrefrenabile  voglia di indipendenza dei Veneti?

Daniele Quaglia

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2 COMMENTS

  1. Siamo veramente alle tragicomiche… Come si puo’ credere che in questa landa desolata e delenda vi sia ancora una giustizia, Dio solo lo sa.

    Invidio a Caterina la sua fede acritica in quel che Busato ha combinato, ma non credo che alcunchè uscirà da quella messa in scena – stiamo ancora, mi pare, aspettando la certificazione dei voti…

    Il Veneto e/o altri otterranno l’indipendenza, se la vogliono, solo con azioni almeno tanto violente quanto uno sciopero fiscale. Il resto, fallitaglia se lo scrolla di dosso ridendo…

  2. sicuramente lo scopo è di intimorire i movimenti indipendentisti veneti, e attraverso l’amplificazione della stampa produrre un effetto di incertezza…
    Per questo sempre noi indipendentisti concreti e non visionari siamo stati sostenitori del referendum fin dall’inizio e lo abbiamo già attuato in via telematica e portato ai risultati eclatanti che sappiamo, lo scorso marzo, arrivando a mani nude alla dichiarazione d’Indipendenza! ora andiamo avanti per la stessa strada convinti che l’unica via che nel mondo occidentale è praticabile è il voto del popolo… il prosimo appuntamento sarà l’elezione a metà marzo del Governo Provvisorio Veneto e successivamente, per dargli ancora maggior forza, alle elezioni regionali voteremo VENETO SI.

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