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La lega apre una scuola: a fine corso anche il “certificato di cadreghismo”

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POLTRONA LEGAde IL POLENTONE

La Lega ha deciso di rinnovare le scuole di formazione: non più raffazzonate conferenze di capataz politici che cercano di spiegare quel che non sanno, e neppure volonterose conferenze piene di buoni principi culturali che resteranno nel cassetto delle buone intenzioni. Adesso si fa sul serio: si organizza una “Scuola di formazione politica”  vera, con sito internet (www.scuoladiformazionepolitica.it), sedi prestigiose, docenti paludati e – novità assoluta – una tassa di iscrizione e un diploma finale.

In realtà il sito è elegante ma vuoto: il programma è asettico e potrebbe essere quello per sportellisti di Intesa San Paolo. Perché spiegare agli aspiranti bancari cosa sono l’autodeterminazione, l’autonomia, il federalismo o addirittura (orrore!) la Padania?  E infatti si evita di parlarne. I docenti, tutti prestigiosi, per carità, non vengono indicati: sarà un botto dell’ultimo momento. Grandi nomi internazionali, neanche un autonomista, ci mancherebbe.

Il corso si tiene a Milano e nientepopoòdimeno che a Roma. Ve li vedete dei leghisti che si ritrovano a Roma a imparare a fare i leghisti? E infatti non sono leghisti e non impareranno a esserlo. La trovata costa circa 500 Euro. Ve li vedete i leghisti che cacciano 500 Euro per andare a Roma a farsi raccontare da illustri sconosciuti come si fa a stare al mondo senza essere leghisti? C’è evidentemente qualcosa che non gira. La spiegazione si trova forse il quel diploma di fine corso che Salvini (ma perché si fa coinvolgere in queste piciate?) consegnerà con le sue mani a questi neoleghisti (si fa per dire) patentati. Ha tutta l’aria di essere un “Certificato di cadreghismo”, l’agognato pezzo di carte che darà accesso alle candidature alle prossime elezioni. E allora che volete che siano 500 Euro? Soldi bene investiti!  «Hai fatto il corso abilitante? No? Allora niente Armando-Siricandidatura!» «Cadregaro fai da te? Ahi, ahi, ahi!». Scommettiamo che il corso di Roma avrà più iscritti di quello di Milano? Il tutto è organizzato da Armando Siri, fondatore del “Partito Italia Nuova”, che ha tutta l’aria di somigliare a quella vecchia. Il simbolo è ovviamente triculore e ha un segno grafico che ricorda  un buco di serratura. L’Italia vista dalla toppa, insomma. Questo signore è un genio: ha istituzionalizzato la vocazione al cadreghismo, e ne ha fatto un business. Aspiri alla candidatura? Non basta più leccare culi, strisciare come una scolopendra o applicarsi con impegno nel connilinguo. Occorre essere patentati e pagare per esserlo. Grande!

Si faccia caso alle date: il diploma verrà consegnato giusto prima della formazione delle liste per le comunali di Milano e di Roma. Si fosse votato a Palermo, ci sarebbe stata una sede anche lì.

Qualcuno sostiene che in realtà il vero scopo di tutta la magagna sia di portare qualche soldo alle magre casse del partito. L’altra sera dalle parti di Brescia si è organizzata una cena col “maxispiedo bresciano” con 700 commensali. Il ricavato della bella tavolata era per Radio Padania Libera. Questa è la Lega che ci piace, che divora costolette, si diverte, fa del sano leghismo, fa dell’indipendentismo culinario (spedo prealpino, mica kebab!), sostiene il Movimento e non pretende diplomi.  Ma noi siamo polentoni, affezionati a ideali che hanno subito i diplomi albanesi e che adesso devono vedersela con quelli romani. Mai paura: no pasaran!

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