di MATTEO CORSINI
Alla lunga lista di banchieri centrali che lanciano strali contro le criptovalute, facendo di tutta l’erba un fascio, si è aggiunto il governatore della Banca di Francia Francois Villeroy de Galhau, che ha invece elogiato le qualità delle monete digitali emesse dalle banche centrali. Le quali, secondo Villeroy de Galhau, saranno un mezzo per garantire pagamenti sicuri, rapidi e a basso costo. A suo parere si tratta di un evento rivoluzionario.
- “Pensate a quando qualche secolo fa sono state introdotte le banconote; allora è stata un’autentica rivoluzione e lo stesso avverrà per le valute digitali. L’innovazione tecnologica è fondamentale per garantire il futuro della stabilità finanziaria e pubblico e privato devono collaborare in questo processo.”
In effetti l’introduzione delle banconote risolse diversi problemi di logistica e sicurezza nei pagamenti, agevolando il commercio. Le banconote rappresentavano dei certificati convertibili in moneta propriamente detta, che all’epoca consisteva in monete in oro e/o argento. Purtroppo i banchieri iniziarono poi a fare credito emettendo banconote per un ammontare superiore alla moneta che avevano ricevuto in deposito, dando origine al meccanismo della riserva frazionaria.
Qualche secolo dopo le banche centrali “cartellizzarono” l’attività bancaria in regime di riserva frazionaria. Il gold standard finì all’inizio della Prima Guerra Mondiale e il suo surrogato uscito dagli accordi di Bretton Woods, il gold exchange standard, finì ingloriosamente a ferragosto del 1971, quando Richard Nixon dichiarò l’inconvertibilità del dollaro in oro (un vero e proprio default).
Da cinquant’anni, quindi, le banconote non rappresentano altro che una passività a vista infruttifera emessa dalla banca centrale. Le monete digitali emesse dalle banche centrali saranno pertanto un formato tecnologicamente diverso delle stesse monete già oggi emesse dalle banche centrali stesse.
Sarà da capire se su tale base monetaria le banche commerciali potranno emettere depositi in regime di riserva frazionaria oppure no, ma direi che di rivoluzionario non c’è nulla. E ciò non deve stupire. Quando mai qualcosa di rivoluzionario è stato concepito da chi aveva la funzione di preservare l’esistente?