di PAOLO GATTI
La guerra a Bitcoin l’hanno ufficializzata da qualche mese ormai. Uno degli ultimi peones del monopolio della stampa di moneta, il presidente della Consob, Paolo Savona, ha detto la sua: “Le criptovalute rischiano di alterare il funzionamento del mercato mobiliare finanziario e il funzionamento della democrazia”.
Savona, parlando alla Digital Week di Milano Finanza di Bitcoin e criptovalute, ha ribadito: “Siamo di fronte a una forma di falsificazione della moneta sovrana degli Stati che risponde alle esigenze di tutela della democrazia e del risparmio, quindi a mio avviso la situazione è questa”. Il problema, ha osservato, è che “le autorità in generale di fronte al fenomeno non l’hanno ritenuto sufficientemente importante. Sono passati ormai 12 anni e a questo punto il fenomeno ha cominciato a rivelare la sua sostanza. Ora, dobbiamo tamponare oggi una situazione permessa anche dalle autorità e la mia è anche un’autocritica”, ha affermato. Ed ha aggiunto, che “l’unica moneta legale è la moneta ufficiale. Se vogliamo mantenere in vita le altre allora dobbiamo specificare delle regole di convivenza”.
Nulla di cui meravigliarsi, i difensori dello status quo, gli apologeti del centralismo bancario, non sono certo favorevoli al libero mercato monetario.
Diverso, il punto di vista del professor Sandro Barsanti, che ha scritto:
- Il trasferimento di ricchezza dal ceto produttivo, imprenditori e commercianti della classe media, ai settori avvantaggiati da rendite parassitarie e grandi gruppi internazionali messo in atto dalla manipolazione della massa monetaria e del tasso di interesse con cui le banche centrali amministrano l’attuale sistema di monete fiduciarie non avviene a palettate o a carrettate.
- È un fenomeno lento e silenzioso ma costante e inesorabile ben descritto dall’aneddoto della rana nell’acqua bollente. Se è vero poi che la classe media costituisce il principale tessuto connettivo della società non è difficile farsi una ragione del completo disfacimento delle nostre comunità e delle gravi responsabilità del ceto politico che in questo sistema finanziario si rotola come un maiale nella merda.
- Lo scopo non dichiarato della moneta fiduciaria è quello di colpire al cuore la capacità di risparmio e di investimento della classe media spesso chiamata borghesia. “Quelli nascondono i soldi nel materasso o in una nicchia nel muro” dicono i fautori delle politiche monetariste e keynesiane.
- Attribuendo a questa naturale propensione dell’uomo (risparmiare per affrontare il futuro e per fare investimenti) la caratteristica del vizio o del peccato originale alla base dello sfruttamento dei cattivi capitalisti sul proletariato. Il risultato l’abbiamo sotto gli occhi, una società malata, afflitta da disoccupazione, estreme differenze sociali, distruzione della solidarietà e della cooperazione.
Il futuro prossimo, ci dirà chi ha ragione.