di CARLO LOTTIERI
La tesi centrale, in Locke, è che per diventare proprietario è necessario mescolare il proprio lavoro ai beni materiali non posseduti; e poiché in stato di natura era materialmente impossibile lavorare, da soli, ampi spazi e sconfi nate estensioni, ecco che in questa fase ad ogni uomo o comunità familiare finiva per toccare un pezzo di terra di analoghe dimensioni.
Nel testo lockiano in realtà, la principale limitazione ad un’illimitata espansione delle proprietà viene da questa originaria (primitiva) debolezza di ogni individuo di fronte alla natura. Per quanto potesse essere forte, determinato e laborioso, alle origini della storia umana nessun individuo era in condizione di prendere possesso di vaste estensioni e lavorarle.
Ma tutto muta quando, con l’introduzione della moneta, la ricchezza si fa durevole e “artificiale”, acquistando la facoltà di proiettarsi nel tempo.
Per Locke, in effetti, la moneta permette una “super-occupazione”