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La repubblica italiana? fondata da napoleone nel 1802

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di ETTORE BEGGIATO

La data del 2 giugno assume quest’anno una valenza del tutto particolare, vista la mobilitazione preannunciata dai partiti nazionalisti italiani in concomitanza  con la  festa della  repubblica italiana che ricorda la vittoria repubblicana al referendum del 2 e 3 giugno 1946.

Ad onor del vero, però, si dovrebbe parlare di seconda repubblica italiana, vista che la prima nacque il 26 gennaio 1802 a Lione quando i deputati della Repubblica Cisalpina proclamarono la trasformazione della stessa in Repubblica Italiana, con presidente Napoleone Bonaparte, vice presidente il nobile lombardo Francesco Melzi d’Eril.

In quella stessa data fu votata la costituzione di 128 articoli che prevedeva anche la divisione del territorio in 12 dipartimenti, un governo di sette ministri fra i quali vanno ricordati Ferdinando Marescalchi, Alessandro Trivulzi e quel Giuseppe Prina che fu linciato dai milanesi inferociti il 20 aprile 1814; fra le riforme portate avanti dal primo governo della repubblica italiana vanno ricordate la coscrizione obbligatoria e la creazione delle prefetture (pensate un po’ che conquiste …)

La bandiera fu il tricolore, naturalmente,  in una forma che ricorda l’attuale stendardo del presidente della repubblica italiana (lascio agli studiosi di bandiere –vessillologi- ogni valutazione del caso); in un secondo momento fu individuata la festa nazionale della repubblica italiana: il 26 giugno.

La repubblica italiana durò fino al 17 marzo 1805 quando nacque il regno d’Italia (napoleonico); pochi giorni dopo, il 26 maggio,  nel  Duomo di Milano Napoleone fu incoronato re d’Italia e il regno d’Italia (napoleonico) durò fino alla caduta di Napoleone ( 25 maggio 1814); interessante sottolineare come entrambi i regni d’Italia, quello del 1805 e quello del 1861 nacquero il 17 marzo … pura casualità ?

Diversi studiosi considerano la repubblica italiana e il regno d’Italia (napoleonici) l’embrione  dello stato unitario italiano, e questo potrebbe spiegare la non esaltante situazione attuale … con simili padri …

Posso capire che sia imbarazzante ricordare tutto questo: la repubblica italiana che nasce a Lione e il primo presidente un figuro come Napoleone, ma questo è quanto avvenne nei primi anni dell’ottocento;  ma c’è anche chi ne va orgoglioso come  l’allora sindaco di Milano, Gabriele Albertini, che nel volume della mostra “Napoleone e la Repubblica Italiana” ricorda:

“Il primo Stato che ebbe il nome di Repubblica Italiana non è quello istituito dal referendum del 1946, ma quello nato per volere di Napoleone giusto due secoli fa, nel 1802”.

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4 COMMENTS

  1. Sono lieto che il Fronte Unionista dialoghi con noi. Però mi permetto di osservare che se si pensasse ai corsi come…corsi…ovvero né italiani né francesi, ma, appunto, corsi, sarebbe meglio per tutti.

  2. E’ strano che Beggiato riconosca quello che dovrebbe essere una ovvietà ovvero che l’Italia non nasce come stato nel 1861( e nemmeno come Nazione) ma che l’embrione dello stato italiano moderno e le stesse radici del Risorgimento hanno origine da questo stato napoleonico , prima Repubblica, poi Regno di epoca napoleonica che però riguardava solo l’Italia centro settentrionale. Curioso perchè con questo decade la bufala tanto sbandierata dagli antiunitari e dai venetisti che l’Italia esiste dal 1861. Il giudizio negativo sul piccolo còrso e sullo stato italiano da lui retto è ovvio visto che l’autore è venetista benchè si omette che Napoleone aveva origini toscane e come i còrsi siano italiani.

  3. che tristezza per tutti i Popoli di questa penisola chiamata Italia…sulla loro testa ne han fatto di ogni specie… si continua imperterriti a sbandierare tricolori adattati che tradiscono la loro origine per chi ne viene a conoscenza, ma purtroppo la gente ignara si gode lo spettacolo della squadra degli aerei che li vanno dipingendo nel cielo… tristemente godiamoci le bellezze delle città e dei territori che incontriamo dovunque andiamo, costretti sempre come siamo a mortificare il nostro orgoglio di vera appartenenza.

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