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La sinistra difende la libertà di parola solo quando la parola è la sua

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di PIETRO AGRIESTI

Nicola Lagioia ex direttore del Salone del libro di Torino, intervistato ha detto che il governo Meloni “Può avere una virata autoritaria, che non vuol dire fascismo ma un’altra cosa: restrizione della libertà, dei diritti”. E non c’è dubbio che in effetti il governo Meloni restringerà la libertà, come tutti i governi. Il metodo di azione di ogni governo è la restrizione della libertà.

E tuttavia, Lagioia è un altro di quegli pseudo intellettuali italiani, stile Murgia, che non si è accorto di nessuna censura, di nessuna restrizione alla libertà, durante il covid e col green pass. Cara grazia che non abbia firmato anche lui la lettera dei cento stronzi contro Agamben, se ricordo bene. E oggi che è al governo l’unico partito che almeno era all’opposizione in quel periodo – dopo il fascismo degli antifascisti, l’antifascismo dei fascisti? – si sveglia e si preoccupa delle restrizioni alla libertà e ai diritti.

Nicola, sveglia, quelle le hai fatte rispettare da direttore del Salone del libro e con convinzione e sfanculando gli editori che per protesta non vennero (ben 2!), di restrizioni alla libertà non puoi più parlare credibilmente. Poi ha detto: “È un governo i cui ministri parlano in modo disinvolto di sostituzione etnica mentre Mattarella ha detto che deve essere la persona, non l’etnia, a essere protetta.” Sì Mattarella e Lagioia contro il collettivismo e per i diritti individuali. Ma quando mai? Dov’era questo individualismo, dov’era la protezione dei diritti della singola persona, durante il covid? E dov’è regolarmente in effetti, quando l’essenza del governo è costringere le persone a fare quel che non vogliono per il bene collettivo, l’interesse nazionale, l’interesse pubblico, la giustizia sociale, etc… e la sinistra di Lagioia non ha mai mostrato la minima timidezza nel sostenere né il collettivismo, né un crescente, invadente, oppressivo intervento statale su tutto.

E infine, Lagioia ha aggiunto: “Un governo che considera chi la pensa diversamente a volte un nemico da isolare, da aggredire verbalmente o da irridere.” Ecco per capire queste sue parole bisogna notare che le dice dopo un episodio dove dei manifestanti di sinistra hanno aggredito verbalmente una persona che la pensa diversamente da loro. La sinistra, con i suoi intellettuali, Lagioia compreso, non difende affatto chi la pensa diversamente. Chi la pensa diversamente dalla sinistra sono i liberali, la destra, i conservatori, i libertari. Risulta a qualcuno che li difendano? O che si tirino indietro nell’isolare, aggredire verbalmente o irridere chi appartiene a queste categorie? È quello che fanno in continuazione con chi la pensa diversamente da loro. Che fanno lo promuovono per non isolarlo? Hanno fatto così per esempio in Rai? Fanno così nelle università? Stanno attenti a parlare di lui e con lui solo con grande rispetto senza irriderlo o aggredirlo verbalmente? Ma se il loro sport preferito è la reductio ad hitlerum?

In realtà quella che ripete Lagioia è la solita tiritera ipocrita da piangina che accompagna ogni governo di centrodestra e che ci ricorda che la sinistra difende la libertà di parola solo quando la parola è la sua, invoca il rispetto per chi la pensa diversamente solo quando il pensiero da rispettare è il suo, depreca il mal costume di irridere gli avversari solo quando qualcuno irride lei e così via… Insomma quando non governa lei, di fronte a una normale alternanza democratica la sua tecnica è iniziare questo piagnisteo e invocare il pericolo nazi fascismo. Lo hanno fatto per ogni governo di centrodestra.

Mi ricordo ad esempio di quando le camice verdi erano le nuove camicie brune. Ma quando ha il coltello dalla parte del manico è l’esatto opposto, il partito della censura, del collettivismo, dell’azzeramento dei diritti individuali, dell’occupazione del potere e del mondo della cultura, della retorica allarmista, violenta, aggressiva e disonesta contro gli avversari, della reductio ad hitlerum.

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