di ARTURO DOILO
Non basta la censura a livello locale e nazionale, le idee con conformi al regime – proprio come la pensavano Hitler, Stalin o Mussolini – devono essere eliminate, non è ammessa alcuna loro circolazione.
Ci pensa l’U(RS)E, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Europee, a farlo, infarcendo l’iniziativa di “buone intenzioni” e creando “una piattaforma comune per raccontare l’Europa che verrà”. Dietro questa maschera si cela “la missione della European Newsroom (Enr), inaugurata settimana scorsa a Bruxelles presso la sede dell’agenzia di stampa Belga. Il progetto, finanziato dalla Commissione europea (cioè dai contribuenti), vede coinvolte 18 agenzie di stampa, tra cui la tricolorita ANSA, la Afp e la tedesca Dpa che coordina l’iniziativa.
E via con le scuse farlocche: “La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina, l’aumento dei prezzi dell’energia o il cambiamento climatico non conoscono confini. Per cogliere meglio il quadro completo, i lettori hanno bisogno di una dimensione transfrontaliera e di un costante richiamo al fatto che i paesi europei non sono isole, ma dipendono l’uno dall’altro”. Lo ha affermato la vice presidente della Commissione europea, Vera Jourova. Con la balla clamorosa delle “diverse forme di pressione sui media, che vanno dalle minacce fisiche alla pressione economica” (Jourova parla come un Goebbels qualsiasi) ha sottolineato la necessità di dotarsi di strumenti affinché nessun media “si trasformi in un mezzo di propaganda”. Battuta davvero infelice, dato che per 30 mesi la propaganda nazicomunista covidiota ha negato qualsiasi dibattito e qualsiasi forma di controinformazione).
Gli euroburocrati hanno pronto il “Media Freedom Act“, un pacchetto di norme a tutela della libertà dei media in Ue. E qui ci scappa un’altra risata, pensando a come opera la stampa igienica italiana in particolare.
Non poteva mancare il rappresentante della Repubblica delle banane italiana per l’occasione. Paolo Gentiloni ha sottolineato il ruolo cruciale delle agenzie di stampa nel “fornire informazioni obiettive e accurate. Sono la chiave per costruire una comprensione condivisa dei fatti e per contrastare il crescente problema della disinformazione e della propaganda aperta. Come si suol dire, ognuno ha diritto alle proprie opinioni, ma i fatti sono fatti. In questo contesto, sono fiducioso che la European Newsroom avvicinerà le attività dell’Ue ai cittadini, migliorerà la qualità del dibattito pubblico e, in definitiva, rafforzerà le nostre democrazie”.
Le agenzie che partecipano all’iniziativa sono: Dpa (Germania), Afp (Francia), Agerpres (Romania), ANSA (Italia), Apa (Austria), Ata (Albania), Belga (Belgio), Bta (Bulgaria), Efe (Spagna), Europa Press (Spagna), Fena (Bosnia-Erzegovina), Hina (Croazia), Mia (Macedonia del Nord), Sta (Slovenia), Tanjug (Serbia) e Tasr (Slovacchia). A queste si aggiungono Pap (Polonia) e Ukrinform (Ucraina) che hanno lo status di agenzie di stampa partner. Il sito multilingue è consultabile all’indirizzo https://europeannewsroom.com.
Orwell si sta girando nella tomba!