di PAOLO CORTESI
Avrete notato, credo, il moltiplicarsi di programmi tv basati su una competizione esasperata che conduce ad una sistematica, progressiva eliminazione. La formula è sempre la stessa: cantanti, cuochi, parrucchieri, pasticcieri, ballerini ecc. si sottopongono al giudizio - spesso spietato, sempre severo - di sedicenti giudici. Da notare che i giudici, spesso semi-sconosciuti al grande pubblico, il cui verdetto è inappellabile, sono investiti di un'autorità (dato che della loro autorevolezza nulla è dato a sapere) assoluta.
Lo “spettacolo” funziona così: gli esaminandi si sottopongono a prove anche molto dure, la competizione è feroce perché il “gioco” è a eliminazione, non esistono squadre perché il vincitore può essere solo un individuo e i gruppi che occasionalmente si formano hanno una vita solo funzionale alla selezione dei singoli. I giudici usano - si noti, ciò accade in ogni programma - una durezza ostentata, una spietatezza programmatica