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La yellen, bernanke, la fed… e la prossima crisi che verrà

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janetyellendi MATTEO CORSINI

“Non esiste un sistema economico migliore del capitalismo, ma può accadere che periodicamente si rompa”. Su questa dichiarazione di Janet Yellen, presidente della Federal Reserve, non avrei nulla da obiettare, trattandosi della constatazione di quanto periodicamente avviene. Il problema è che Yellen, al pari di tutti gli interventisti, non solo non attribuisce all’istituzione che presiede una responsabilità determinante nel provocare le “rotture”, bensì, al contrario, ritiene essenziale il ruolo di tale istituzione nel riparare quelle rotture.

Non che da un presidente della Fed ci si possa aspettare un punto di vista diverso, ma credo ci sia comunque da essere perplessi quando Yellen aggiunge che l’America “deve un enorme debito di gratitudine a Ben Bernanke” (suo predecessore). Bontà sua, Yellen riconosce che alla Fed non sono stati poi così bravi: Non avevamo visto l’arrivo della crisi”, dice. Salvo affrettarsi ad aggiungere che la gestione della crisi stessa “è stata nientemeno che magnifica”, grazie a Bernanke.

Sembra, quindi, che l’unico problema sia stato non accorgersi che si stava gonfiando una bolla enorme. Già questo non sarebbe molto rassicurante, se detto da chi presiede la Fed. Se, poi, si considera che quella bolla era alimentata dalla politica monetaria espansiva della stessa Fed, non mi pare vi sia granché da rallegrarsi e da complimentarsi con Bernanke. Anche perché appare abbastanza chiaro che la rimozione degli stimoli monetari degli ultimi otto anni sarà decisamente problematica. In pratica, Bernanke ha lasciato nelle mani di Yellen una patata decisamente bollente. Yellen, tuttavia, cerca di essere rassicurante: “Una crescente quantità di ricerca aiuta la nostra comprensione dei rischi sistemici e della macroeconomia.

Peccato che l’unica ricerca presa in considerazione dalla Fed sia quella rigorosamente mainstream, proprio quella che non ha consentito di (pre)vedere l’arrivo della crisi. E che, a giudicare da quanto successo negli ultimi anni, non eviterà la prossima.

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2 COMMENTS

  1. Non do alcun credito a soggetti del genere.
    Li valuto dai fatti.
    Le loro parole sono zero.
    Le cose sono molto più semplici di quanto vogliono farci intendere.

    • il problema è che l’intero mercato finanziario globale, invece, da estrema importanza ad ogni singola parola che la “zia” Yellen dice, il modo in cui la dice e persino il tono. una parola di troppo o di meno, significa miliardi di $ di svalutazioni o rivalutazioni dei mercati, nel giro di pochi minuti.

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