di SCOTT LINCICOME
È comunemente assunto a sinistra e (sempre più) a destra che i liberi mercati promuovano - e che la regolamentazione governativa tenga sotto controllo - la crescita e il potere di mercato delle grandi aziende. La liberalizzazione internazionale del commercio e i piani di investimento pubblici, in particolare, sono spesso criticati dagli scettici del mercato come strumenti che le grandi imprese usano per rafforzare la loro posizione dominante a scapito dei lavoratori e dei potenziali concorrenti.
I libertari e altri sostenitori del libero mercato, naturalmente, credono tutto sommato il contrario: che la libera concorrenza di mercato alimenti la "distruzione creativa" - cioè, la messa in discussione su basi economicamente virtuose, delle vecchie, grandi aziende da parte di nuovi concorrenti, come descritto per la prima volta dall'economista Joseph Schumpeter - e quindi serva come una potente forza di controllo sul Big Business, che spesso fa pressioni e benefi