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L’approccio di rajoy non è diverso da quello di un leader nazista

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di GIOVANNI BIRINDELLI

Mariano Rajoy ha dichiarato ieri quanto segue: “Non volevamo farlo. Non era nostra intenzione. Ma stiamo applicando l’Articolo 155 in quanto nessun governo di un paese democratico può accettare che la legge sia ignorata, violata, e cambiata per imposizione”.

La ‘legge’ a cui si riferisce Rajoy in questo argomento (il suo principale argomento a difesa dell’azione repressiva del suo governo) non è altro che un provvedimento particolare, imposto da una maggioranza particolare, in un momento particolare. Questo provvedimento viola il principio di auto-determinazione (lo stesso principio senza il quale Rajoy non avrebbe potuto scegliersi la compagna che preferiva). Tuttavia, il piano stesso dei principi è completamente escluso dall’argomento di Rajoy. Contano solo le decisioni di un’autorità (guarda caso quella che Rajoy rappresenta).

In questo senso specifico, l’approccio di Rajoy non è diverso da quello di un leader nazista o da quello di un responsabile di un’agenzia governativa per la riscossione dei tributi. In tutti questi casi, infatti, il burocrate adotta o difende decisioni particolari e arbitrarie, spesso aggressioni, stando attento a non prendere nemmeno in considerazione il piano dei principi, cioè quello delle regole di comportamento non arbitrarie; che non dipendono dalla volontà di alcuna autorità o maggioranza; che, se valgono nel piccolo, valgono anche nel grande; e che se valgono per A allora valgono allo stesso modo anche per B.

Quali che siano le etichette che una persona sceglie di usare, nel campo della legge esistono solo due sistemi di riferimento, solo due paradigmi: quello della legge intesa come limite non arbitrario al potere coercitivo di chiunque; e quello della legge intesa come strumento di coercizione arbitraria di alcuni da parte di altri. Almeno intellettualmente, si può stare da una sola delle due parti. Si può pensare che è il Sole a orbitare attorno alla Terra, oppure che è la Terra a orbitare attorno al Sole. Non tutte e due le cose insieme. (E la coerenza logica ci dice quale dei due punti di vista è scientificamente sostenibile e quale no).

Infine: se gli indipendentisti catalani inquadrassero la democrazia e l’Unione Europea (e più in generale lo statalismo) come il problema invece che come la soluzione, secondo me, nel lungo termine, oltre a evitare grosse confusioni, chiedendo aiuto all’UE, avrebbero maggiori speranze di vittoria. Quanto meno avrebbero un obiettivo degno del loro coraggio.

 

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2 COMMENTS

  1. Rajoy è un predatore statalista ottuso.
    Politicamente è già uno zombie.
    I catalani per essere coerenti e retti devono dichiarare l’indipendenza, cessare ogni versamento fiscale alla spagna, e solo dopo discutere.
    Eventualmente.
    Rajoy , per essere coerente e statalista deve mandare i carri armati in Catalogna.
    Poi vediamo come finisce.
    Vediamo come reagiscono i baschi e gli altri popoli che in spagna non vorrebbero più rimanere.
    E vediamo che ne dicono gli indipendentisti, quelli veri, italiani.

  2. Vorrei ricordarLe, sig. Birindelli, che IL leader nazista per antonomasia – Adolf Hitler – non ha esitato ad affrontare una guerra (poi mondiale) per difendere/rivendicare il diritto all’autodeterminazione. Penso si possa anzi sostenere, senza temi di smentita – che il principio di autodeterminazione dei popoli fosse una delle colonne portanti – ovviamente unitamente ed accanto ad altre: razzismo etc. – della Weltanschauung nazionalsocialista. Il confronto con l’esattore delle tasse mi sembra invece assai appropriato.

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