di SERGIO RICOSSA
Quale è, allora, la distribuzione ottima dei redditi e delle ricchezze? Questa domanda perfettistica sottintende che la giustizia distributiva si trovi e si riconosca in un dato modello ideale.
«Quasi tutti i principi di giustizia distributiva che vengono proposti sono modellati: a ciascuno secondo il suo merito morale, o il bisogno, o il prodotto marginale, o quanto impegno ci mette, o la somma ponderata dei suddetti, e così via» (R. Nozick, Anarchia, stato e utopia, p. 166).
Si ignora in tutti i casi, perché si vuole ignorare, come si sia pervenuti alla distribuzione presente, né ci si preoccupa della eventuale coercizione per raggiungere e mantenere quella “ottima”: per esempio, senza coercizione la perfetta eguaglianza di fatto non sarebbe più tale dopo un anno, presumibilmente, poiché la gente avrebbe fatto scelte libere che non la mantengono (salva poi la pretesa dei meno abbienti di restaurarla).
Ma a favore dei criteri modellati sta anc