Non è un libro, almeno, non ne ha le sembianze. È una cartelletta, di quelle da ufficio, contenente 47 pagine stampate a colori per mezzo di un computer. Di là dall’apparenza, racconta un importante capitolo del Risorgimento.
Dietro vi sono Antonello e Maria Isabella Cerruti, che hanno firmato “I volantini volarono” (40,00 euro). Il lavoro è dedicato ad un argomento poco battuto dai filatelisti, anche per via della difficoltà nel conoscere e reperire il materiale, ormai vero e proprio cimelio storico.
Bisogna tornare alla Prima guerra d’indipendenza, quindi tra il 1848 ed il 1849, nella Venezia che poi sarebbe stata assediata dagli austriaci. Protagonisti sono i manifestini approntati in città per comunicare con l’esterno e per propagandare le proprie ragioni.
Allo scopo di superare il blocco ed importare ad esempio beni alimentari, vennero impiegati contrabbandieri e barcaioli. Ma i messaggi probabilmente furono diffusi per via aerea, utilizzando i palloni aerostatici, esattamente come si fece a Milano durate le Cinque giornate. “Non disponiamo -scrivono gli autori- di prove sicure, ma perché non pensare che anche a Venezia fossero usati gli stessi mezzi o qualche cosa di simile? Sappiamo invece che gli austriaci assedianti conoscevano ed usavano questi mezzi e che i veneziani avevano pronte delle contromosse adeguate”.
Il materiale, illustrato, è tratto principalmente dalla collezione “Quando la storia era cronaca”. Ampia la parte storica, che aiuta a comprendere meglio il contesto. (vaccarinews)
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LIBRI E CATALOGHI
L’assedio non fermò Venezia
Prima guerra d’indipendenza: gli austriaci bloccarono gli accessi alla città, ma questa resistette. E cercò di comunicare con l’esterno