In Svizzera, sulle tasse, che decide è il contribuente. Sicuramente stiamo parlando di fantascienza per gli italiani, che hanno la costituzione più bella del mondo che vieta al “popolo” di decidere in materia fiscale. I rossocrociati, invece, sono così burini da votare a favore o contro un’eventuale tassa.
L’imposta federale diretta (IFD) e quella sul valore aggiunto (IVA), ad esempio, faranno parte del nuovo ordinamento finanziario del 2021, ma sarà sottoposto al referendum obbligatorio il 4 marzo prossimo. Queste due gabelle sono un tipico esempio di come funziona il sistema elvetico. Sissignori, gli svizzeri decideranno il 4 marzo se permettere alla Confederazione di continuare a prelevare due imposte che sono le sue principali fonti di entrata. Un voto che rientra in una vicenda elvetica ultracentenaria di federalismo e di democrazia diretta, quella che in Italia è come la criptonite per Superman.
Sin dall’inizio entrambe le imposte (di cui si votò nel lontano 1958) – che attualmente costituiscono quasi i due terzi degli introiti della Confederazione – hanno dovuto superare l’esame delle urne. Nel corso degli anni lo hanno dovuto ripetutamente riaffrontare. E il 4 marzo non sarà l’ultima volta. Infatti, se come previsto dalle urne uscisse un sì, l’autorizzazione di riscuotere l’IFD e l’IVA non sarebbe definitivamente accordata alla Confederazione, ma semplicemente prolungata dal 2020 al 2035.
Sia chiaro, non si vota sulle aliquote dell’IFD e dell’IVA, bensì sul principio – ancorato nella Costituzione – che la Confederazione possa riscuoterle, ma a tempo determinato: fino al 2035. Poi il governo dovrà di nuovo domandare l’autorizzazione.
Lo stesso giorno, viceversa, gli italiani decideranno chi sarà il nuovo padrone che li spennerà.
altre che le accise inventate per qualche motivo di emergenza e che poi durano in eterno senza che nessuno reclami e chieda conto del fine che hanno fatto… la Svizzera è vicina ma Roma è Roma e fa quello che vuole… la gente è chiamata a pagare e basta… tutti zitti!