di ALFREDO MOROSETTI
Nel nostro mondo ci sono alcune libertà che sono, per principio, assolute e altre relative, e quest’ultime, proprio per il fatto di essere relative, chiamarle libertà è abbastanza eccentrico.
Le libertà relative sono quelle che possono essere esercitate o sospese quando si verificano certe condizioni a discrezione di chi regge il potere, ad esempio non andare a nuotare quando si espone la bandierina rossa, non vendere frutti di mare durante una pestilenza di colera, non pisciare liberamente in pubblico ma solo in luoghi riservati, e tante altre di questo genere.
Le libertà assolute sono quelle che mai il potere può revocare, qualunque siano le condizioni contingenti. Fra esse la fondamentale è il diritto all’autodifesa (che comprende non solo la salvaguardia del proprio corpo, ma il fatto di non accusare se stesso o confessare alcunché), poi il fatto che nessuno può essere sparato dalla polizia a discrezione nel momento in cui è per strada o seduto sul divano di casa sua (se la cosa avviene, vuol dire che il potere non esiste più legalmente e si è in uno stato di guerra civile), la limitazione di legge dei cibi che tu mangi (la dieta di stato), fatto salvo che non mangerai carne umana perché si suppone che se lo fai hai violato il diritto assoluto ad essere vivo di un altro uomo, la libertà di conservare il proprio corpo nel modo ritenuto più opportuno, la libertà non di pensare (è assurdo credere che nel proprio intimo uno non pensi quello che vuole), ma di esprimere in pubblico, cioè dire ad altri, quello che si pensa (e in questo rientra la libertà di stampa, di associazione, di manifestazione), così come di manifestare pubblicamente le proprie credenze religiose.
Direttamente connessa alla libertà sul proprio corpo e del proprio pensiero, la proprietà sulle cose, siano esse il risultato di una donazione altrui o di un atto creativo personale, allo stesso modo il diritto di appropriarsi liberamente di qualunque cosa i latini chiamavano “res nullius”, un tronco sul bagnasciuga, un sasso di un fiume, un uccello che entra in casa tua o nella tua proprietà.
Ecco se uno oggi guarda all’Italia ma anche a tutte le altre società europee, non può non avvedersi che quasi tutte le libertà “assolute” sono state trasformate in libertà, nel migliore dei casi, “relative”. Bene, se le cose stanno così come si può essere così ottusi da non vedere che viviamo in una società non solo dittatoriale, ma totalitaria, ma capace astutamente di mascherare il fatto alle menti più grossolane?
Condivido appieno l’articolo.Solo un appunto di sintassi: “essere sparato dalla polizia” non si puo leggere…Saluti
ahahahahha
Domanda senza possibile risposta. Come si può essere ottusi? Semplice: lo si è. Se ci si nasce, accusare qualcuno o qualcosa di tale situazione può portarci alla blasfemia. Se ci si diventa… anche. Perché le vicende della vita umana non sono mai favorevoli alle sorti degli aspiranti liberti ma sempre a quelle degli schiavisti. Questi ultimi hanno oggi la possibilità finanziaria di rendere ottuse le persone attraverso i mezzi di comunicazione di massa. Di conquistare, quindi, gli schiavi non più attraverso la coercizione forzata ma attraverso il consenso. Non vedo alcuno schiavista odierno, ad esempio, sovvenzionare case editrici indipendenti o autori altrettanto indipendenti. Se si leggono titoli sulle presunte cause antropiche del riscaldamento globale, sotto c’è scritto Feltrinelli o Mondadori; non Morosetti, qualora non mi fossi ben spiegato.