di GILBERTO ONETO
La manifestazione di Roma è stato un grande rischio che Salvini ha corso con coraggio. È andata bene, è stata un successo mediatico e politico, che ha evidenziato però un certo numero di problemi.
Tutta la comunicazione è stata stranamente generosa, quasi nessuno ha – come avveniva da decenni per tutte le iniziative della Lega – cercato di minimizzare o ridicolizzare. Questo non è certamente un segnale di (inesistente) imparzialità o correttezza professionale ma il risultato di almeno un paio di cattive intenzioni: dare un altro colpo alla leadership di Berlusconi e sottolineare la presenza “pesante” dell’estrema destra. Oggi gli avversari “pompano” Salvini e la Lega (nei sondaggi, negli articoli e nelle apparizioni televisive) perché fa loro comodo sbandare definitivamente la destra nell’illusione che la Lega sia per loro meno pericolosa di Forza Italia e che possa implodere al suo interno proprio sulla delicata questione dei suoi rappor
L’unico motivo per votare Lega, senza cmq turarsi il naso, è l’obiettivo minimale di un qualche puntello alla lotta vs. immigrazione selvaggia e incontrollata, contrasto alla micro criminalità e, forse, pressione per una tassazione meno oppressiva.
Obiettivo minimale, come ho detto. Quello vero, invece, quello dell’indipendenza deve ancora aspettare per un… nuovo papa. Spero che l’ottimo Oneto non creda ancora che questa Lega tenga ancora, magari tangenzialmente, all’obiettivo dell’articolo 1…
A me sembra che Salvini sia molto chiaro già da un po’. Il problema non è più l’i-taglia. Se viviamo in uno stato che ci deruba peggio di un rapinatore da strada, se viviamo in uno stato dove la democrazia è una bella enunciazione nei fatti praticamente inesistene, se viviamo in uno stato che soffoca ogni libertà ai cittadini, che esso tratta da sudditi, se viviamo in uno stato in cui una fetta consistente di esso vive sulle spalle di sempre più sparuti produttori di ricchezza e di pil (quello vero, non quello fasullo, cui gli statali contribuiscono ad elevarlo), la colpa è:
a – dell’euro
b – di bruxelles ladrona
c – dei tedeschi.
Mi piacerebbe avere il potere di far sparire l’euro tornando alla stupenda liretta e di uscire immediatamente dall’unione europea con uno schiocco di dita. Chissà di chi sarebbe la sorpresa: mia perché le cose d’incanto andrebbero subito benissimo e ci troveremmo a vivere in una Svizzera, oppure di tutti i creduloni che si bevono le panzane salviniane come fossero cristallina acqua di fonte?
Matteo Salvini deve qualcosa ai Padani, e lo deve in termini di chiarezza, e lo deve fare subito.
La linea politica della sua segreteria, se pur al momento vincente in termini mediatici e sembra anche di consenso è però carente quanto a chiarezza nei confronti dei tantissimi che hanno creduto e credono nell’autodeterminazione in generale e nella specificità Padana in particolare.
Salvini DEVE riprendere i termini cari alla lega e cioè PADANIA, FEDERALISMO, AUTONOMIA, INDIPENDENZA, su questi e non solo su basta euro, immigrazione, sicurezza si deve riprendere il dibattito, e su questi temi si deve costruire il consenso.
Infine per i tanti che ancora credono nella Padania, sentire il segretario della lega parlare di ” nostra italia ” è decisamente fastidioso, Salvini ci rifletta.
Giusto, serve chiarezza. A questo proposito mi pare che si stia facendo chiarezza in Veneto, spero che riusciremo a toglierci Tosi dai piedi, ci costerà un po’ ma spero che i voti che si perdono dagli italioti Veneti li si guadagnino dagli indipendentisti. Altra cosa che la Lega dovrebbe fare è riproporre come obiettivo di lungo periodo il federalismo sia in Italia che in Europa. Così ci potremmo distinguere da Marine & Co.
Nel lungo periodo saremo tutti morti.
Macchè federalismo.. Non lo daranno mai o sarebbe solo per finta (scritto su un pezzo di catrta ma non implementato…)
Non lo capite? Senza offesa… Roma non è in condizione di lasciarci neanche un obolo da 500 mln annui, che sarebbe ben sotto la soglia minima di rientro di capitali lombardi un uno scenario veramente “federalista”.
Tanto vale, si deve, andare dritti per l’indipendenza. Non c’è altra reale alternativa, allo status quo pestilenziale in cui brancoliamo.