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Lega e 5 stelle sono parte del dna della cultura italiana

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di PIETRO AGRIESTI

Destra e sinistra in Italia dal mio punto di vista sono molto simili, ecco perché mi interessa poco appurare se il nuovo governo è di estrema sinistra o di estrema destra.

Il programma della Lega comprende, l’idea di fare debito pubblico come se non ci fosse un domani, l’idea di uscire dall’euro per poter stampare liberamente moneta, l’idea di darci dentro a più non posso col protezionismo, l’idea di smontare la riforma Fornero, il chiaro rifiuto di privatizzare e vendere beni statali, la proposta di un grande piano di investimenti pubblici.

Il core del pensiero leghista odierno è dunque l’ostilità verso la globalizzazione e l’integrazione economica che questa comporta, a favore dell’affermazione di uno Stato nazionale forte, unito e centralista. Queste le ragioni che portano la Lega ad ad essere anti europea e contraria all’euro: vogliono la sovranità monetaria, vogliono sforare tutti i vincoli di bilancio, vogliono poter mettere misure protezioniste, limitare la concorrenza, distribuire sussidi, e in una parola gestire politicamente l’economia nazionale.

Son cose di destra o di sinistra? Sia l’estrema destra che l’estrema sinistra hanno sempre creduto che lo strumento per realizzare le loro idee fosse uno Stato forte, centralista e dirigista, che imponesse un piano da seguire, senza badare ai “diritti individuali”, disprezzati da entrambe.

“Ristabilire il primato della politica sull’economia e sui mercati” è una tipica frase, sentita in continuazione in questi anni, pronunciata indifferentemente da esponenti di destra e di sinistra.

A stendere il programma leghista ha contribuito Alberto Bagnai, che si è sempre definito di sinistra. In queste idee si ritrova un filosofo marxista come Diego Fusaro, che vede nella Lega un’argine al liberismo. Di persone che dicono “sono di sinistra quindi voto Lega perché il Pd è la destra liberista” ne incontro continuamente, segno che anche nella percezione dell’elettore italiano medio c’è una certa contiguità.

Le idee del professor Miglio erano effettivamente liberiste, ma Salvini ha compiuto una svolta a 180°: ha abbandonato la battaglia federalista, ha cancellato ogni riferimento all’indipendenza del Nord, ha praticamente smesso di parlare di questione settentrionale e di usare lo slogan “Roma Ladrona”, ha continuato a ripetere che l’Italia deve essere unita, ha cercato e ricevuto il plauso di Casa Pound e di Le Pen (la Lega di una volta si definiva anti fascista, considerando fascista l’idea di uno Stato nazionale forte, centralista e dirigista, e volantinava contro LePen).

La Lega di Salvini è un partito di destra-sinistra: culturalmente è di destra, ma le sue principali idee sullo Stato e sull’economia sono profondamente socialiste.

Il suo naturale nemico sarebbe il liberismo di chi vuole uno Stato minimo, federalista e decentrato, di chi crede nel libero mercato contro ogni protezionismo, di chi crede nella separazione di politica e moneta, di chi considera criminale fare debito pubblico, di chi ritiene l’integrazione economica positiva, ma opposta e incompatibile a quella politica, di chi pensa che le persone vadano semplicemente lasciate libere di fare ciò che vogliono finché lo fanno senza aggredire nessuno.

Ma in Italia il liberismo non esiste, l’Italia, essendo profondamente statalista, è sempre stata pronta per il governo Lega – 5 Stelle. L’elettorato italiano voterà sempre Lega e 5 Stelle (e i loro alias), il tipo di discorso, di programma e di prospettiva che Lega e 5 stelle propongono fa parte del DNA della cultura italiana. Tanto delle elités che del popolo. Tanto di chi li ha votati, che di chi non li ha votati. Tanto di chi si autodefinisce di sinistra che di chi si autodefinisce di destra. Non dico che non ci siano differenze, ma c’è un ampio terreno comune, ed è su quel terreno comune, che Lega e 5 stelle hanno costruito la propria casa.

Tanto per fare un esempio se uno legge Piovono Rane, il blog di Alessandro Giglioli, notissimo giornalista di sinistra, trova le stesse identiche idee sullo Stato, sul lavoro, sull’economia, sulla finanza, sulla concorrenza, sul mercato, sul capitalismo, che trova nei programmi e nei comizi di Lega e 5 stelle.

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