“Noi proponiamo fra le altre cose meno tasse (nessuna tassa sulla prima casa, nessuna imposta di successione e nessuna tassa sulla prima automobile), meno Stato (no all’oppressione fiscale, all’oppressione burocratica, all’oppressione giudiziaria), meno Europa con una seconda moneta nazionale, no bail in per le banche, no alle politiche di austerità che ci hanno affossato e sono un frutto miope delle burocrazie europee. Proponiamo una pensione minima di 1.000 euro per tredici mensilità, proponiamo una pensione per le nostre mamme che dopo una vita di lavoro e di sacrifici hanno diritto ad una vecchiaia serena e dignitosa”. Per l’ennesima volta Silvio Berlusconi promette meno tasse. A parte il fatto che credo sia legittimo chiedersi per quale motivo queste promesse dovrebbero avere più probabilità di essere mantenute oggi rispetto alle volte precedenti, non avrei nulla in contrario, in linea di principio.
Ma promettere contemporaneamente meno tasse e più spesa è il miglior modo per far implodere del tutto il baraccone italico.
Meno Stato significa certamente meno burocrazia, ma occorre dire chiaro e tondo che deve significare tagli di spesa, possibilmente con qualche indicazione dei capitoli che si intendono tagliare e per quali importi farlo.
Quanto alla seconda moneta nazionale, ho già espresso più volte dubbi su progetti del genere, che sarebbero un modo per stampare ulteriore moneta dal nulla. Magari ci si pagherebbero gli aumenti delle pensioni minime, ma sarebbe una truffa. D’altra parte, potrò certo risultare meno buonista di (nonno) Silvio, ma una pensione dovrebbe essere commisurata alla rivalutazione dei contributi versati e alla speranza di vita al momento in cui la si inizia a percepire.
Chi ha fatto per una vita la casalinga senza versare uno straccio di contributo non dovrebbe avere diritto ad alcun assegno. I suoi familiari hanno beneficiato del suo lavoro domestico, e loro dovrebbero prendersene cura. Altrimenti la vecchiaia serena e dignitosa delle nonne di oggi sarà l’incubo dei loro nipoti che oggi pagano tasse e contributi. I quali, ammesso che riescano in un lontano futuro ad avere una pensione pubblica per la quale sono costretti a pagare contributi, certamente non la potranno definire dignitosa.
Berlusca è politicamente inutile.
Deve rassegnarsi alla sanzione del tempo, ed a quella del suo precedente insuccesso.
Gli mancano le basi del liberalismo libertario.
Non può capire.
Il suo compito l’ha svolto: ha salvato la SUA baracca.