di GIOVANNI BIRINDELLI
Nel suo discorso alla Camera il neopremier Enrico Letta ha affermato di volersi rivolgere al parlamento e al paese col «linguaggio "sovversivo" della verità» e ha lanciato la sfida di un'«autorevolezza del potere [che] ... sceglie sempre e solo la verità e ha il coraggio e la pazienza di raccontarla ai cittadini, anche se dolorosa o brutale». Questa sfida Letta la ha persa in partenza.
Innanzitutto è necessario premettere (ed è scandaloso che ci sia bisogno di farlo) che in politica e in economia la "verità" non esiste. Quelle che nel suo discorso Letta ha indicato come le cause principali della crisi economica (per esempio il fatto che l'unione politica e quella bancaria non si siano accompagnate all'unione monetaria) non sono "verità" ma solo ipotesi che, quando sono argomentate (cosa che nel suo discorso non è avvenuto neanche in minima parte), diventano teorie.
La validità di queste e altre ipotesi che egli ha fatto nel suo discorso è mi
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