E’ uno dei paesi baltici che – un attimo dopo la caduta del muro di berlino – s’è ripreso la libertà. Ora, ha rafforzato questa sua voglia di indipendenza dalla Russia, della quale conserva pessimi ricordi.
Oggi, è stato ufficialmente bocciato in Lettonia, con un referendum popolare, il russo come seconda lingua ufficiale.
Secondo i dati diffusi dalla commissione elettorale, relativi allo spoglio delle schede in quasi la metà dei seggi, l’80,97 per cento dei lettoni ha respinto la lingua che durante il periodo sovietico era imposta come prima. Hanno votato il 69,23 per cento degli aventi diritto.
La Russia ha accusato la Lettonia di “aver violato i suoi obblighi internazionali” per non aver accettato la presenza di osservatori russi al referendum. Il risultato della consultazione ha provocato, come era prevedibile, “lo sconcerto” di Mosca, almeno secondo quanto ha precisato un portavoce del ministero degli esteri russi, Alexadr Lukashevich, che ha anche ruchiesto son urgenza “una spiegazione” da parte delle autorità lettoni.
L’esito – secondo il russo – “non riflette pienamente l’umore nel paese. Lo ha affermato ricordando che 319mila persone residenti in Lettonia di origine russa non hanno la cittadinanza lettone e non possono quindi votare. “Auspichiamo – ha concluso Lukashevich – che la voce di tutta la popolazione lettone che parla russo sarà ascoltata.
Ancora: secondo Vladimirs Lindermans, il leader del movimento Lingua Madre (russofoni), da oltre vent’anni i cittadini lettoni di lingua russa sono trattati come cittadini di serie B perché privati del diritto di utilizzare la loro lingua madre in situazioni ufficiali e nei rapporti con lo Stato. Al contrario il presidente lettone, Andris Berzins, che aveva definito il referendum “assurdo”, sostiene che i lettoni abbiano problemi più seri a cui pensare, come l’uscita dalla pesante recessione degli ultimi anni.
Intanto, il popolo sovrano ha scelto.
Bravo Francesco W.
E’ L’IMPOSIZIONE CHE URTA, SBATTE CONTRO GLI SCOGLI E FA NAUFRAGARE TUTTO, compresa la CONCORDIA.
BRAVI I LETTONI, SI STANNO LIBERANDO DA UNA IMPOSIZIONE STATALE..!!
E NOI, VENETHI, MAI STATI ITALIANI E mai lo saremo..!
CI HANNO IMPOSTO IL DIALETTO ITALIANO O LINGUA TOSCANA..!
COMPRESA LA PRESUNTA KULTURA ITAGLIANA CHE NON E’ ALTRO CHE UN RENAME CULTURA VENETHA a KULTURA_ITALIANA. UN VERO PLAGIO..!
Un vero taroccamento… ARTE ITALIANA TIPIKA, PURA E VERACE a tre kolori.
E giu’ con la testa, per noi..!!
SEMPRE a 90°..?
Non e’ ora di dire BASTA..!!!!!!!!!!!
BASTA TAGLIANI DI MERRRRRDDDD…!!
CI AVETE STRAROTTO..!!!!!!!!!
ANDATE A RAMENGO..!!
Amen
Quando gli stati perdono sono BELVE FEROCI..!
A NOI venethi CI HANNO IMPOSTO LA LINGUA, ma che cazzo dico, dialetto itagliano, violando i trattati interstatali..! Esempio diritti fondamentali..!
Ma da lingua toscana e’ diventato un misto europeo e non solo… dialetto quindi e non lingua.
Bravi i LETTONI.
VENITE ANCHE QUA DA NOI..!
PERCHE’ QUA, DI TRIKOGLIONITI, NE ABBIAMO DA FAR GIRARE LE PALLE PER SEMPRE..! Proprio come e tipo moto perpetuo..!!!!!!!!!
Salutis
LB
Bravi proprio per niente. Prima i russi imponevano ai lettoni il russo, ora i lettoni impongono il lettone ai russi. Nel Veneto indipendente sia l’italiano sia il veneto saranno lingue ufficiali, ma soprattutto si insegnerà l’inglese e ci si aprirà al mondo. Poi, magari, l’italiano sparirà e rimarranno solo il veneto e l’inglese (me lo auguro), ma non lo si può imporre per legge.
Bravo Francesco.
Purtroppo i lettoni la stanno facendo “pagare” ai russi, e si può capirne il motivo. Spero inoltre che il fatto di esser diventati alleati degli Usa non contribuisca ad alimentare il fuoco della divisione.
Gli Usa con le rivoluzioni colorate ai confini della Russia, con l’espansione della Nato ad est e con l’assurdo progetto di scudo spaziale stanno criminalmente alzando la tensione. Chi ci rimette?I popoli russi ed europei tutti che potrebbero iniziare una nuova grande cooperazione religiosa – culturale – economica – pacifica che permetterebbe inoltre una totale autonomia politico economica eurorussa sia dagli Usa (potenza in declino) sia dalla Cina capitalcomunista.