di GIANFRANCESCO RUGGERI
È risaputo che gli indipendentisti passano gran parte del loro tempo a litigar tra loro, è un divertimento molto diffuso nel quale investono con costanza tempo ed energie. Quando non litigano, si trastullano con roboanti sparate, battaglieri propositi ed improbabili iniziative, che possono al massimo tener alto il morale della truppa, ma non di più. Così siamo ancora in attesa dello sciopero fiscale indetto negli anni ’90, nel frattempo ne sono stati indetti altri, l’ultimo era previsto per il 14 novembre 2014, ma non è successo nulla. Allo stesso modo lo slogan “Padania libera” è stato ripetuto fino allo sfinimento senza poi dir cosa sia, dove sia, che confini e che lingua abbia questa benedetta Padania, che in realtà è il concetto più ovvio e scontato che si possa proporre. Non dimentichiamoci infine degli “autoproclamati governi”, che se un tempo non hanno condotto a nulla, oggi fioriscono come funghi, specie in Veneto.
Nel frattempo l’i-taglia è sempre li e se la ride alle nostre spalle mentre ci spenna e ci umilia.
Vista la situazione sarebbe il caso di intraprendere altre vie e prioritario sarebbe prendere conoscenza di chi è il nostro vero nemico: lo stato i-tagliano! Sembra un’ovvietà, ma non è chiaro a tutti, specie a quanti pensano che il nemico sia il padano che vive 50 km più in là, magari oltre un confine amministrativo impostoci dallo stato italiano.
Ma non solo è indispensabile individuare il nemico, è necessario anche conoscerlo molto bene per poterlo battere, diceva infatti Sun Tzu nell’arte della guerra: conosci il nemico come conosci te stesso, se farai così, anche in mezzo a cento battaglie non ti troverai mai in pericolo.
Il problema è che molti indipendentisti sono soliti sottovalutare l’avversario, ovvero credono che lo stato italiano sia una repubblica delle banane, una sorta di armata Brancaleone, un baraccone che sta assieme col fil di ferro e che sta in piedi giusto perché non tira vento. Con questa convinzione si domandano increduli come sia possibile che l’i-taglia sia ancora lì e con una buona dose di frustrazione in corpo riversano la colpa sui loro conterranei definendoli nella migliore delle ipotesi dei conigli. È un grave errore di sottovalutazione, gli indipendentisti nostrani presi dai loro roboanti slogan, non si rendono conto che lo stato i-tagliano assume diverse sembianze, è di triplice aspetto.
È certamente una repubblica delle banane quando deve offrire servizi e ve ne rendete conto ogni volta che vi rivolgete alla pubblica amministrazione, lo sappiamo tutti quali e quante siano le inefficienze del settore pubblico, aggravate da una propensione all’assurdo burocratico che non ha uguali al mondo.
Allo stesso modo sapete perfettamente che lo stato i-tagliano è un ottimo esattore delle tasse, tutti voi avete provato e provate sulla vostra pelle la brutalità con la quale questo stato vi estorce da sempre il frutto del vostro lavoro e ben sapete che negli ultimi anni ha preso di mira anche i nostri patrimoni. Un tempo lo stato i-tagliano, tassando in modo spropositato i nostri guadagni, rallentava la nostra corsa verso il benessere, da quando aggredisce i nostri patrimoni punta direttamente ad impoverirci: non è un cambiamento da poco! In ogni caso sarete tutti d’accordo con me nel ritenere che lo stato in veste di esattore non è certamente una repubblica delle banane, in veste di esattore è una macchina da guerra senza pietà alcuna: questo è lo stato degli studi di settore, delle patrimoniali occulte, delle aliquote alle stelle, degli interessi sull’Iva da versare, delle cartelle pazze, delle tasse sulle tangenti, della prezzo della benzina che per il 70% è composto da tasse. Lo sceriffo di Nottingham al confronto era un pivello!
Poi c’è la terze è ultima maschera che lo stato i-tagliano indossa, quando deve tutelare sé stesso, quando è a rischio la sua sopravvivenza; a quel punto non solo non è più una repubblica delle banane, ma diviene energico e brutale, caratterizzato da un’efficienza nordica, se non svizzera. Conscio di essere un’entità artificiale e soggetta a forti spinte centrifughe, deve controbilanciarle in ogni modo, deve tutelarsi da chi ne mette in dubbio l’esistenza e lo fa con una durezza ed un’efficacia che non ha eguali: in questo campo lo stato i-tagliano è perfetto. Pensiamo a Giuseppe Segato, che non ha neppure partecipato all’assalto del campanile di San Marco, ma che è stato condannato a 3 anni e 7 mesi, solo perché ritenuto l’ideologo del gruppo e pensiamo al contempo ai 3 signori che dalle mie parti sono stati rilasciati oggi subito dopo essere stati arrestati sul fatto, mentre rubavano rame, con l’aggravante che giusto un mese fa erano già stati arrestati e immediatamente rilasciati per il medesimo crimine. Rendetevi conto che lo stesso stato da un lato manda in galera per 3 anni e 7 mesi una persona solo perché è un ideologo, perché pensa con la sua testa e dall’altro lascia liberi in continuazione dei ladri di rame; è evidente che si tratta dello stesso stato che da un lato garantisce sé stesso ed è molto bravo a farlo e dall’altra parte non offre i servizi, in questo caso la sicurezza, ai cittadini che pagano le tasse.
Cosa dire del nostro direttore, svegliato alle 5 del mattino dai carabinieri ed indagato per terrorismo? Ancora un volta gli hanno sequestrato un computer, mezzo con il quale non si può scassinare nulla né rubar rame, ma con il quale si possono veicolare idee. Di casi simili se ne potrebbero citare molti altri, voglio solo ricordare che questo è lo stato che nel 1898 ha preso a cannonate i milanesi che protestavano per il pane, temendo che in realtà volessero ridar vita allo “Stato di Milano”.
Non pensate quindi di avere a che fare con una repubblica delle banane, perché non è così, quindi meno litigi, meno sparate, più collaborazione e più preparazione. A buon intenditore poche parole… Padania libera.
(continua… dopo Pasqua, buona Pasqua!)