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Libertà del Nord, il cimitero delle occasioni perdute! Di passaggio a Pontida, il 7 di aprile

Da leggere

di PAOLO L. BERNARDINI

  • “Or ecco,” dice Alberto di Giussano,
  • “ecco, io non piango più. Venne il dì nostro,
  • o milanesi, e vincere bisogna.
  • Ecco: io m’asciugo gli occhi, e a te guardando,
  • o bel sole di Dio, fo sacramento:
  • diman da sera i nostri morti avranno
  • una dolce novella in purgatorio:
  • e la rechi pur io!” Ma il popol dice:
  • “Fia meglio i messi imperïali!”. Il sole
  • ridea calando dietro il Resegone.

Il sole è ben sorto sopra il Resegone, invece, oggi. Discendo dalla valle Brembana. Il dovere mi chiama a Como, dove non incontrerò, ahimè, l’Imperatore Federico, come nella patriottica poesia di Carducci di cui qui cito l’ultima strofa. Non ci “sta” più da tempo. Grazie, Alberto di Giussano! Ma vedrò molti tricolori e anche le bandiere della UE, la carta dei baci perugina. Ma il bigliettino che dentro vi leggo non è, purtroppo, d’amore. Dice: “Riarmeremo!”. E allora se glielo ricordo il sole davvero riderà, “calando dietro il Resegone”.

Cosa racconta il fallimento del sogno di indipendenza del Nord, così vivo, così ricco, così giusto e necessario, sostenuto dal desiderio dei popoli del Nord, e suggellato dal progetto di costituzione redatto da Gianfranco Miglio, uno dei più grandi scienziati politici del Novecento, cosa di esso rimane? Ben poco. Mi pare. Miglio venne definito – se non erro – da Bossi, “una scoreggia nell’universo”, ma non sono in fondo tale, ove si contempli l’universo nella sua interezza (cosa del resto impossibile), lo stesso pianeta terra, lo stesso sistema solare, la stessa Via Lattea?

Certo questa grandezza di vedute coloro che hanno fatto sì che la Lega diventasse un partito italocentrico, non la hanno mai avuta. Anzi, hanno ristretto viepiù il loro orizzonte e mirato ad un bersaglio preciso, saldi posti nei parlamenti, saldi ministeri, prebende, regioni intere (rimaste però italiane, e vilipese perfino nel desiderio di – minima – autonomia, come manifestato nel referendum del 22 ottobre del 2017, ove, in quel di Montegrotto Terme, con un po’ di tristezza votai: questo ovetto di quaglia marcio oggi, al posto della gallina-indipendenza domani?). Ma neanche quell’uovo di quaglia è arrivato. Con tante quaglie (antico e misterioso sinonimo di “scoreggia”, per l’appunto), i leghisti hanno risposto al desiderio di aver l’ovetto, perlomeno. Un desiderio di milioni, molti dei quali ancora credono in loro.

Niente di niente!

Ed ecco, mi fermo ad una rotonda laterale della Briantea, un po’ per commuovermi dinanzi al triste destino di Pontida, “città del giuramento”, un po’ perché mi scappa la pipì e al bar lì vicino il bagno è occupatissimo, e dunque mi convien cercare un luogo appartato, e che vedono gli occhi miei carichi d’infinite visioni? Ebbene, antichi graffiti, quasi consunti dal tempo, che parlano di “Padania”, di indipendenza padana, di Veneto libero, e tutto quel bell’armamentario che ora sembra essere defunto, appartenere solo ai libri di Storia. Ma della Storia degli atti mancati – ma suvvia, tra di loro non c’era alcun Alberto di Giussano – e dell’atto mancato per eccellenza, l’indipendenza del Nord, della Padania. Sembrano graffiti antichi, remote pitture rupestri, paiono provenire da epoche trascorse da millenni, dai tempi in cui l’uomo di Neanderthal combatteva (ma, come ha scritto il buon Pievani, pure baciava) quello Sapiens. Un bacio un po’ di Giuda, vista che poi i Neanderthal sono scomparsi. E noi, Sapiens!, abbiamo trionfato. Giuda dovrebbe essere figura cara ai maggiorenti della Lega.

Non che il compito non fosse altissimo e la strada per raggiungerlo difficile, ma coloro che lo posero, con l’eccezione di Miglio, e di pochi altri, erano davvero inadeguati per esso. Nulla vieta di porsi ideali al di fuori della propria portata. Correrò i 100 metri in dieci secondi netti proclama l’obeso. Poi quando vede che non ce la fa mangia ancora di più, e raddoppia il peso. Quando hanno visto che non ce la potevano fare, i leghisti hanno fatto come l’obeso: mangiando tanti bucatini alla romana, pajata e abbacchio, alla faccia dei popoli padani, che hanno così bellamente tradito.

Una gentile signora africana passa davanti alla striscia verde, ben nota, quante volte fotografata – che pare rinverdita da poco – che solennemente proclama: “Padroni a casa nostra”. Le chiedo se posso fotografarla mentre ci cammina davanti e lei con un bel sorriso mi dice di sì. Anche perché probabilmente quella è ora, letteralmente, “casa sua”. Di cui è orgogliosamente, per l’appunto, “padrona”.

Insomma la libertà del Nord sta nel cimitero delle occasioni perdute, della strade solo abbozzate, delle buone intenzioni, di cui è lastricata la strada dell’Inferno, o anche solo – se l’Inferno valenti teologi sostengono non esista – del Purgatorio (del citato Carducci, peraltro)?

Forse perché sono nato ottimista, credo di no. Verrà pure qualche giovane che capirà che il riscatto per l’Italia tutta è l’indipendenza di molte sue parti, che le cose non vanno bene, ma sono destinate ad andar ancora peggio, che è in atto una sostituzione etnica italiana – e si badi bene lungi da me ogni razzismo – che ha un significato: il complesso politico-sociale “italico”, impoverito attrae solo esseri umani che possono trovarvi una condizione migliore di quella (spesso infernale davvero) da cui provengono, ma inferiore a quella delle generazioni precedenti e “autoctone” di coloro di cui prendono il posto? Insomma, le cose non vanno bene. I giovani brillanti compiono la loro secessione individuale, vanno all’estero. Quella collettiva è molto più complessa, non basta una “application” e buone “letters of reference”. Ma una volta conseguita, quale infinita moltiplicazione della soddisfazione. Qualche giovane brillante che ci provi?

La gioventù ha in mano le sorti del mondo. Anche quelle del piccolo grande mondo padano.

Se no le cose solo peggioreranno e qualche mio discepolo in epoche future, transitando su micro-astronave nella medesima Briantea, davanti alla scritta “Padroni a casa nostra” vedrà passeggiare, invece che una simpatica africana, un alieno. Speriamo sia altrettanto gentile della signora quando gli si chiederà se lo si può fotografare. Non ne sarei così sicuro…

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