In questi giorni si parla tanto di Cuba e come dopo anni sia arrivata una pace che potrebbe cambiare le sorti storiche e politiche del mondo. Ma dietro alla storia di Cuba pochi sanno che c’è una mano meridionale. Si tratta di un anarchico che potrebbe essere definito tranquillamente un brigante dei primi del ‘900 che con una serie di atti ha portato al riconoscimento dell’autonomia delle colonie spagnole di Cuba e Porto Rico. Il suo nome è Michele Angiolillo, anarchico di Foggia, il quale l’8 agosto del 1897 uccise nelle terme di Santa Agueda (Paesi Baschi), il primo ministro spagnolo, Antonio Canovas del Castillo. Lo uccise per vendicare le torture subite da quattrocento anarchici e repubblicani nel carcere di Barcellona, arrestati perché accusati ingiustamente di una strage.
L’uccisione di Canovas del Castillo provocò il riconoscimento dell’autonomia delle colonie spagnole di Cuba e Porto Rico. Di professione tipografo, l’anarchico Angiolillo era già stato condannato a Foggia a diciotto mesi di carcere e a tre anni di domicilio coatto alle Isole Tremiti con l’accusa di “eccitamento dell’odio fra le classi sociali”. La condanna non la scontò mai: scappò e dopo aver lavorato a Liegi, Marsiglia, Bruxelles e Londra, andò prima a Madrid e poi a Santa Agueda. Dove uccise il primo ministro spagnolo. Angiolillo fu arrestato e condannato a morte da un Tribunale militare. Riavvolgendo i fili della storia nel giugno 1896, a Barcellona, fu lanciata una bomba contro la processione del Corpus Domini.
A seguito del fatto quattrocento rivoluzionari furono incarcerati nella fortezza di Montjuich, dove molti morirono per le torture subite. Degli ottantasette portati in tribunale, otto furono condannati a morte e altri nove a lunghi periodi di detenzione. Una storia molto simile a quanto successo dopo il 1861 nell’Italia Meridionale. Gli altri sessantuno imputati, sebbene assolti dal tribunale, furono egualmente deportati nella colonia africana del Río de Oro per ordine del governo Cánovas. L’8 agosto 1897 l’anarchico foggiano Angiolillo, giunto da Londra con la precisa intenzione di vendicare gli orrori di Montjuich, attenta alla vita del presidente del consiglio spagnolo Antonio Cánovas del Castillo, assassinandolo nella stazione termale di Sant’Aguida. L’attentatore dichiarò di aver ucciso il presidente, probabilmente per evitare che altri anarchici fossero ingiustamente accusati. Certi raccontarono che ebbe un brevissimo dialogo con la moglie dell’ucciso. Questa gli avrebbe gridato “Assassino! Assassino!” e, sempre secondo le stesse fonti, lui gli avrebbe risposto “Pardon, madame. Io rispetto te come signora, ma mi dispiace che tu sia moglie di quell’uomo”.
Dietro all’atto delittuoso vi erano accordi tra Angiolillo e la delegazione cubana di Parigi, guidata da Ramón Emeterio Betances. Difatti, secondo alcune fonti, Betances avrebbe aiutato Angiolillo affinché raggiungesse Santa Agueda e uccidesse il Primo Ministro spagnolo per accelerare il processo indipendentista di Cuba, in rivolta contro la Spagna sin dal febbraio 1895.