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Il nostro giornale, la lega e chi sceglie la “torre d’avorio”

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di GIANLUCA MARCHI Diversi lettori de L'Indipendenza, e fra loro alcuni appartenenti ai movimenti accreditati alla convention di Jesolo del maggio scorso, sostengono ripetutamente che questo giornale dovrebbe smettere di occuparsi di Lega. Insomma, invocano il dantesco "non ti curar di lor ma guarda e passa", ritenendo che dilungarsi sul Carroccio e sulle sue evoluzioni in atto - negative o positive a seconda dei punti di vista - sia una perdita di tempo e finisca per non portare acqua al mulino indipendentista. Osservazione legittima dal loro punto di vista, che non sto a sindacare se derivi dalla reale convinzione che la Lega ormai rappresenta solo un passato morto e sepolto, oppure sgorghi più dal malanimo maturato per essere stati il cosiddetto "amante tradito". Ribadisco: la loro è una posizione legittima e anche comprensibile, soprattutto quando espressa da persone che hanno deciso di impegnarsi a vario titolo nella cosiddetta galassia indipendentista, e che vedrebbero fa
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