di GIORGIO CALABRESI
Il continuo flusso di immigrati sta facendo collassare la già sgangherata Italia. Anche se, va detto, la gran parte di questi extracomunitari punta e va in altri Paesi europei, l’italietta è lasciata sola da Bruxelles in questa fase di prima accoglienza. La Sicilia ieri ha vissuto una giornata di emergenza e lutto per l’ennesima tragedia del mare, ma tutta la penisola, regione per regione, assiste con fatica all’arrivo costante e quotidiano di immigrati dal Nord Africa: nei primi sei mesi dell’anno sono già 65mila gli arrivi. La crisi si estende su tutto il territorio nazionale, dai centri di accoglienza ai bed and breakfast, dalla stazione Centrale di Milano a vecchi alberghi e strutture pubbliche riconvertite per l’occasione. «A Milano arrivano circa mille rifugiati al giorno, siamo veramente al limite», ha detto il sindaco Giuliano Pisapia, che da primo cittadino ora si lamenta, ma dovrebbe prendersela prima di tutto con la sua parte politica che ha sempre predicato “porte aperte per tutti”. Dalla Sicilia a Milano il viaggio è lungo, ma molti immigrati sono ancora nell’isola, che ospita oltre novemila persone tra centri di accoglienza, tendopoli, bed and breakfast. Il centro più affollato è quello di Mineo (Catania), dove ci sono cinquemila persone.
In Puglia, a Taranto, l’operazione ‘Mare Nostrum’ ha portato quattromila persone solo nell’ultimo mese, e 1.171 sono arrivate nelle ultime ore: profughi siriani, palestinesi, e dell’Africa sub sahariana. Tra loro ci sono 174 minorenni. In Calabria è attivo il centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto (Crotone), tra i più grandi d’Europa: il centro ha una capienza massima di 900 persone. Il Molise ospita circa 400 profughi, ma altri 800 migranti potrebbero essere in arrivo a breve, e la Basilicata ne ha altri 262. In Sardegna il Cpsa-Cara di Elmas (Cagliari) accoglie oggi 254 migranti: quasi tutti hanno fatto richiesta di asilo politico. Oltre ai trasferimenti dalla Sicilia, a giugno l’isola ha anche visto lo sbarco di 19 immigrati direttamente sulle coste sarde. La Campania ha circa mille profughi in vari centri, la maggior parte degli immigrati tra Napoli e Salerno. A Roma i migranti sono ospitati al Cie di Ponte Galeria e al Cara di Castelnuovo di Porto: avrebbe una capienza da 650 persone, ma oggi ha ben 720 ospiti. A Perugia ci sono alcune centinaia di ospiti, nelle Marche soggiornano da aprile circa 600 migranti, e, secondo la circolare ministeriale del 27 giugno, sono in arrivo altri 290 immigrati che saranno ospitati in alberghi, appartamenti gestiti da Caritas e altre associazioni.
L’emergenza sta però diventando strutturale, tanto che le Prefetture dovranno procedere ai bandi per l’assegnazione dei servizi di accoglienza. In Toscana i profughi sono 1.074, raddoppiati nell’ultimo mese e mezzo, sparsi in strutture tra Lucca, Siena, Firenze, Livorno e Arezzo. L’Emilia Romagna ha circa 650 immigrati ospitati nelle varie province, anche se il piano – spiegano dalla Prefettura di Bologna – prevedeva l’arrivo di 900 immigrati. Al Nord, il Friuli Venezia Giulia ha accolto dall’inizio dell’anno circa 200 profughi, ospitati in alberghi o pensioni, in Veneto sono arrivati 797 immigrati. La Provincia autonoma di Trento accoglie a Rovereto 120 richiedenti asilo. In Lombardia, solo a Milano dal 13 maggio sono stati accolti 2.343 eritrei, nuova emergenza umanitaria che si aggiunge a quella degli oltre 10mila siriani transitati dal mese di settembre. Il Piemonte accoglie circa 800 profughi in tutte le province, di cui la metà nel torinese: si punta a creare il maggior numero possibile di destinazioni per non sovraccaricare le strutture di accoglienza.
Non scherziamo: sono qui per pagarci le pensioni.
Per fare i lavori che noi non vogliamo più fare – muratori, badanti, ministri per l’integrazione con delega alle politiche giovanili… 😉
Io conosco tanti immigrati, e posso affermare che la maggior parte, oltre il 90% , è gente che lavora sodo , con volontà e buon senso.
Gente tranquilla che viene da posti rovinati da politici fuori di testa.
Posti potenzialmente ricchi che rimangono alle guerre tribali, alle sommosse, alla miseria, alle dittature.
Quelli che conosco io lavorano, si sacrificano, hanno volontà di ferro.
Vogliono migliorare.
Ho conosciuto anche dei delinquenti senza scrupoli che poi sono stati carcerati e processati.
Ma sono una minoranza tra coloro che ho avuto modo di incontrare.
Se anche quelli che sono rimasti a casa loro, e che ora spingono per fuggire, sono in percentuale gente sufficientemente corretta come quelli su citati, ecco che il neocolonialismo è necessariamente un’azione di successo.
La premessa è che la politica locale si tiri indietro, che la sovranità sia affidata per 30-40 anni ad un organismo , anche statuale, straniero, che ci sia un controllo magari dell’Onu (che finora produce solo carta da cesso), e che i principi introdotti siano liberali.
Neocolonialismo liberale.
Sembra un controsenso, ma diversamente io vedo scontri sanguinosi.
non m’interessa l’italia funesta… bastardo stato ed inesistente nazione …
il guaio è ke kollassa e si disintegra Padania, già abbondantemente bistrattata, sfruttata e strozzata …
kuesta immigrazione kuà, altro ke selvaggia, è SCIENTIFIKA, mirata e sostenuta dal kolonialismo becero merdional_pelagiko romanista di stampo religioso romanofilo …
kosì facendo si sfalda la koesione nostra cisalpina … sempre + kolonizzata e serva di foresti e stranieri …