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L’italia non esiste (nuova edizione): torna disponibile il libro di salvi

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di REDAZIONE

L’Editore Leonardo Facco, in collaborazione con goWare, pubblica la nuova edizione di un classico del suo catalogo: SERGIO SALVI, L’Italia non esiste, 2019, prefazione di Gilberto Oneto, p. 260, € 15,00. Il libro è già disponibile in formato digitale a € 6,99 o print on demand a € 14,99, presso tutte le maggiori librerie online. La versione cartacea può essere prenotata anche presso la Libreria del Ponte.

IN SINTESI…

Siamo proprio sicuri che la storia d’Italia è quella che ci hanno raccontato? Siamo proprio sicuri che tutto l’ambaradan unitario e patriottico non sia una giustificazione ideologica (dall’Ottocento a oggi) dell’esistenza di una nazione italiana e di una identità risalente a Roma (quella antica)? Salvi la vede molto diversamente. Vede che tutta la “truffa del Risorgimento” è basata sulla ricostituzione di una entità che c’era e che – secondo la storia ufficiale – sarebbe stata abbattuta e coartata da stranieri non meglio identificati, ma sicuramente incivili.

Così il Medioevo è stato trasformato in epoca oscura e nelle scuole del Regno e poi della Repubblica si racconta che la luce di Roma (e d’Italia) si è spenta con la caduta del patriottico e italico Impero romano e si è riaccesa quando i padri della Patria hanno cacciato gli eredi di quegli antichi barbari teutonici. Salvi vede nella storiografia di regime, refrattaria a qualsiasi revisionismo, la narrazione di un passato zeppo di falsità e imprecisioni. Per questo vuole alzare il velo che copre la vera storia del Bel paese.

Recensione di Michele Fabbri (Centro Studi La Runa)

“L’Italia è un’illusione, anzi un miraggio”. A pronunciare queste parole non è stato qualche pericoloso secessionista, ma nientemeno che il poeta Mario Luzi che, soprattutto nei suoi ultimi anni di vita, è stato un intellettuale di riferimento dell’establishment patriottardo. Che l’Italia come concetto politico sia un’idea del tutto inconsistente non è certo una novità. Pochi, però, hanno il coraggio di gridare al mondo che “il re è nudo”. Uno di questi è il Prof. Sergio Salvi, studioso di consolidata fama accademica specializzato nello studio di movimenti autonomisti e di “nazioni senza stato”.

Nel saggio L’Italia non esiste, Salvi analizza l’artificiosa concezione di stato che si è concretizzata nella penisola e che oggi compatta la classe dirigente in un feticistico culto della patria che unisce destra e sinistra, liberali e comunisti, preti e massoni. Nessuno ha mai pensato seriamente all’esistenza di uno stato italiano fino al XIX secolo e tutta la storia della penisola si svolge dalla più remota antichità fino alla fine dell’Ancien Régime sul Leitmotiv del particolarismo. Con la Rivoluzione francese si diffonde il mito della patria “una e indivisibile” attorno al quale si costruisce una nuova entità territoriale.

La nascita dell’Italia come stato unitario avviene quasi per caso, senza nemmeno una strategia organica: i monarchici di Cavour e i repubblicani di Mazzini arrivano al traguardo seguendo strade diverse e la classe dirigente risorgimentale si trova a dover gestire situazioni del tutto impreviste. Il nuovo stato nasce quindi come un mostro di Frankenstein, composto dai cadaveri degli stati preunitari cuciti fra di loro.

L’Italia unita è la tipica espressione dell’internazionalismo massonico; quanto di più lontano si possa immaginare dalle teorie tedesche del “sangue e suolo” che in quegli stessi anni si sviluppavano in Germania. All’epoca dell’unificazione gli Italiani non avevano nemmeno una lingua comune, poiché il volgare fiorentino era solo lingua letteraria. Del resto ancora oggi nel Sud della penisola la lingua italiana è poco praticata e la popolazione si esprime abitualmente in dialetto. Inoltre la divisione regionale del nuovo stato viene effettuata sulla base di considerazioni erudite ispirate alle antiche regioni romane, che spesso non riflettono più la realtà.

I regimi politici che si sono succeduti in Italia hanno cercato, ognuno a modo suo, di dar vita a un culto della patria, ma sembra che non siano stati molto convincenti: Salvi analizza vari movimenti autonomisti che hanno operato nella seconda metà del XX secolo: Sicilia, Sardegna, Sud Tirolo, Val d’Aosta, fino ad arrivare alle teorizzazioni macroregionali di Gianfranco Miglio.

Il volume, infine, è corredato da un’interessante cartografia che espone le varie ipotesi di suddivisione territoriale della penisola.

IL CASO LEGA NORD

L’ultima parte del libro è dedicata al movimento indipendentista della Lega Nord, che (all’inizio) ha rappresentato il più importante tentativo di contestazione dell’assetto statuale italiano in un contesto culturale ostile a ogni idea identitaria, ma che poi ha tradito completamente quella mission.  Ciononostante, parole come “federalismo”, “autonomia”, “indipendenza” continuano ad essere di estrema attualità.

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