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L’italia ogni giorno perde 270 milioni di euro: uno stato fallito. che c’e’ da salvare?

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di GIANLUCA MARCHI

default 2Il nostro Gilberto Oneto l’ha ripetuto ancora ieri: è inutile cercare di risolvere i problemi dell’Italia perché il solo problema è l’Italia stessa, senza superare la quale non andremo da nessuna parte (VEDI QUI). L’amico Fabrizio Dal Col lo scrive da tempo: lo Stato italico è tecnicamente fallito e il commissariamento da parte della Troika è alle porte, se non già in atto, indipendentemente dalle panzane che ci raccontano in tanti e soprattutto ci dipinge il premier Matteo Renzi.

Diranno gli inguaribili ottimisti legati alle sorti dell’Italia: ma lasciateli parlare, in fin dei conti sono solo quei quattro gatti del MiglioVerde, che ormai non sono più nemmeno le mosche cocchiere del mondo indipendentista “ufficiale” (secondo i media italici e la vulgata comune, si intenda), visto che la Lega Nord ha messo da parte la Padania e si è trasformata in partito nazionale, quindi italiano. A parte che dovremmo discutere di quanto la Lega, soprattutto nella sua dirigenza o in gran parte di essa, sia mai stata convintamente indipendentista, e non è il caso di impegnarvisi ora, ma la realtà è che anche molti di coloro che in un passato più o meno recente si sono dichiarati o spacciati per indipendentisti, non hanno poi mancato di cogliere al volo l’occasione per legare le proprie fortune (personali e politiche) alla sopravvivenza del carro Italia. Quindi costoro è meglio che tacciano e in qualche caso si facciano un esame di coscienza, sempre che ce l’abbiano, la coscienza intendo.

Detto questo, immagino invece di rivolgermi ai federalisti convinti e ai secessionisti rimasti tali nell’anima e nella mente, e che per qualche imperscrutabile ragione si stanno convincendo che per tentare di risolvere i problemi del Nord, della Padania o dell’Alta Italia come si diceva un po’ di decenni orsono, bisogna prima risolvere i problemi urgenti dell’Italia nel suo insieme, facendosi attirare su posizioni esattamente antitetiche a quelle ribadite ancora ieri da Oneto. Per rappresentare a questi amici la situazione bastano solo pochi numeri: nonostante tutte le tasse con cui lo Stato italiano (in tutte le sue declinazioni) ci ha massacrato in questi ultimi anni, nei primi undici mesi del 2014 il debito pubblico italiano, che come sappiamo veleggia ben oltre i 2 mila miliardi di euro, è aumentato di altri 95 miliardi. Di questo ulteriore deficit che pesa sempre più sul gropppone di tutti noi, 60 miliardi di buco ulteriore sono stati causati dalle esigenze della Pubblica amministrazione, in altri termini dalla voracità della macchina dello Stato, che come ci insegnano Leo Facco e i suoi amici libertari è fatta dai parassiti che non ci pensano nemmeno un secondo a diminuire la propria famelicità.

Insomma l’azienda Italia ogni santo giorno che il padreterno concede alla terra, aumenta il proprio debito pubblico di 270 milioni di euro. Se qualcuno non si fosse ancora abituato al senso della moneta unica parliamo di oltre 500 miliardi di vecchie lirette ogni ventiquattro ore. Ora, mi permetto di chiedere agli amici di cui sopra quale multinazionale mondiale, anche fra quelle che hanno un fatturato superiore al pil annuo di molti paesi sovrani (sic!), potrebbe rimanere in piedi non più di qualche settimane se ogni giorno scavasse nei propri conti un buco di 270 milioni di euro? Nessuna.

Lo Stato Italia, di conseguenza, viene mantenuto in piedi dal consesso internazionale (Troika in primis) perché il suo tracollo creerebbe troppi sconvolgimenti che terrorizzano i signori del vapore. E viene puntellato anche perché tutti sanno che i cittadini di questo Stato fallito hanno ancora da parte un bel patrimonio stimato in circa 8 mila miliardi di euro. Quindi li si possono spolpare ancora per un po’.

Se questa è la soluzione dei problemi dell’Italia e, di conseguenza, della Padania… meditate, gente!

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